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Sei giornate alle spalle, undici davanti, la NFL è arrivata al suo terzo di stagione con una sola squadra imbattuta e nessuna senza almeno una vittoria. Tante partite con scarti inferiori al touchdown anche se si segna di meno rispetto al passato (ne abbiamo parlato in Scusate il Disturbo), l’equilibrio ha un prezzo da pagare :-)
Buona lettura!
Il ruggito della tigre: la prima vittoria
Nella terza newsletter di Huddle Magazine si evidenziava come questa annata di NFL sia iniziata all’insegna di un grande equilibrio e un ulteriore dato a conferma di questa tendenza è rappresentato dal numero di settimane che sono state necessarie affinché anche l’ultima squadra della lega cancellasse lo zero dalla casella vittorie.
Quest’anno è toccato agli Houston Texans, che hanno dovuto aspettare 4 settimane prima di conquistare la vittoria alla quinta settimana contro i Jacksonville Jaguars, anche se in week 1 ci erano già andati vicini pareggiando contro gli Indianapolis Colts.
Quattro giornate senza una W sul tabellino non sono di sicuro quello che ogni allenatore, specie alla sua prima stagione da head coach, si augurerebbe, ma badate bene che questo risultato è il migliore degli ultimi 30 anni in NFL. Solo gli Arizona Cardinals nel 2018 hanno pareggiato questo primato, ma la media di attesa, in questo arco di tempo analizzato, è più del doppio, pari infatti a 8,7 partite.
Il risultato peggiore è stato 16 partite, pari all’intera regular season, che si è verificato in due sole occasioni: l’annata senza vittorie dei Detroit Lions nel 2008 e quella dei Cleveland Browns del 2017. Negli ultimi trent’anni solo 5 volte questo poco onorevole primato è stato condiviso tra più squadre e comunque si è interrotto dopo un periodo variabile tra le 5 e le 8 settimane.
Naturalmente alcune squadre, quelle storicamente più disfunzionali come i Browns, i Bengals e i Lions, si sono trovate in questa scomoda posizione più volte, ma la dimostrazione di come la NFL sia strutturata per permettere agli ultimi di risalire è testimoniata dalla rarità con cui una squadra abbia ricoperto questo ruolo per due anni consecutivi. Il sistema del draft garantisce grande equilibrio e i risultati degli ascolti televisivi testimoniano come questa incertezza sia il vero punto di forza della NFL; a noi tifosi non resta che goderci lo spettacolo.
(Giorgio Prunotto in esclusiva per la newsletter)
Segnalazioni dal sito
Qualche link ai contenuti pubblicati in questi ultimi giorni: tutto su week 6 NFL (cronache e rubriche), gli ultimi podcast e la review NCAA.
Consigli di lettura
Prima lettura consigliata è l’ottima analisi di Alberto Cantù su Taysom Hill, il “tuttofare” dei New Orleans Saints. La potete leggere QUI. La seconda è la storia di Horace McCoy III, detto Bru, attualmente ricevitore dei Tennessee Volunteers dopo continui trasferimenti. La potete leggere QUI.
L’angolo del Salerio - La Grande Mela
Cinque vittorie per i Giants, quattro per i Jets e sole tre sconfitte in totale: la rinascita del football made in New York continua a lasciare impressionati i tifosi e increduli gli appassionati. Un'evoluzione repentina quanto inaspettata è stata legittimata in Week 6 dal successo dei primi in casa contro gli ostici Ravens e dall'impresa dei secondi a Lambeau Field contro i Packers. Risultati che, alla vigilia della regular season, erano pressoché impossibili da pronosticare.
Un dato su tutti chiarisce il concetto: se i Giants dovessero perdere tutte 11 partite rimaste, avrebbero comunque un record migliore rispetto al 4-13 della scorsa stagione, mentre i Jets riuscirebbero ad eguagliare lo stesso 4-13 condiviso con i "cugini". Migliorare quanto di male era stato fatto era auspicabile sia per Robert Saleh, atteso a un cambio di passo al secondo anno della prima avventura da head coach, che per il nuovo arrivato Brian Daboll, chiamato a cancellare le disgrazie dei tre predecessori sulla panchina in blu.
Entrambi, al momento, hanno fatto molto meglio del previsto: giunti in week 6 la somma di nove vittorie è la più alta nella storia recente delle due franchigie combinate, insieme al 2004 e al 2010, e negli ultimi cinque anni non erano mai andate oltre quota 4. E a breve magari servirà aggiornare le statistiche: i Giants affrontano Jaguars, Seahawks, Texans e Lions nelle prossime quattro settimane, impegni più agevoli dei recenti, mentre i Jets, prima del super confronto contro i Bills, trovano Broncos e Patriots, se non altro alla portata per quanto visto finora. Attenzione, però, a non farsi sorprendere, questa volta in negativo.
(Alessio Salerio in esclusiva per la newsletter)
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Analitichiamo: le yard in aria dello sferoide prolato
Una delle caratteristiche principali che i tifosi vogliono vedere dal proprio attacco è la verticalità del passing game, in quanto emoziona di più un passaggio completato da 25 yard rispetto ad uno screen sul running back.
La statistica che meglio sintetizza questo aspetto è la Average depth of target (ADOT) , chiamata anche Average Intended Air Yards (AIAY), del proprio quarterback, che misura mediamente di quante yard in profondità viene effettuato il lancio. Per calcolare questo valore vengono utilizzate le "Air Yards", che rappresentano la distanza percorsa dal pallone in aria partendo dalla linea di scrimmage fino al ricevitore. Ad esempio, se l'azione parte dalle proprie 25 yard e la palla lanciata dal quarterback viene ricevuta sulle proprie 35 yard, avremo un air yard di 10. Molto spesso la ADOT oscilla tra valori compresi tra 6 e 11 yard e si considerano i passaggi sia completatati che quelli incompleti.
Personalmente non attribuisco, salvo alcuni casi specifici, una valutazione positiva o negativa a questo valore, ma lo utilizzo per contestualizzare le prestazioni del quarterback ed il modo/stile in cui l'attacco affronta le difese avversarie. Oggi però, utilizzando lo stesso principio di calcolo possiamo ribaltare i protagonisti e quindi andiamo a considerare non più chi la lancia la palla, ma chi la riceve.
L'ADOT dei ricevitori indica quanto sono state profonde le tracce corse quando sono stati coinvolti dal proprio quarterback, con valori generalmente compresi tra - 2 e 20. Ovviamente non possiamo avere una panoramica completa di tutte le azioni, ma possiamo tranquillamente affermare che un wide receiver con un ADOT di 4 yard correrà tracce corte tipo slant/flat,etc, a differenza di un ricevitore con 15 yard di ADOT che correrà principalmente tracce più lunghe come go/post, etc.
Nel grafico sottostante ho inserito la distribuzione delle Air Yards relativa ai primi 4 giocatori per target di ogni squadra. La media invece è rappresentata dalla linea verticale presente nell'area del grafico colorata. La distribuzione ci permette di approfondire l'analisi rispetto ad avere il solo valore della media, ricavabile da qualsiasi sito. Possiamo vedere come Tyler Lockett, nonostante abbia una media simile a Jerry Jeudy, abbia un picco tra le 30 e 40 Air Yards assente nel ricevitore dei Broncos. Kyle Pitts dei Falcons è il tight end con l'ADOT maggiore della lega ed il confronto con Tyler Highbee dei Rams mostra come i due coaching staff utilizzino il tight end in modo totalmente differente.
(Andrea Casiraghi in esclusiva per la newsletter)
Il Foglio della statistica
I cosiddetti "situational players" sono quelli che entrano in campo solamente in determinate condizioni, solitamente dettate da posizione della palla, down & distance o punteggio. Possiamo paragonarli un po' ai kicker o ai punter, che entrano, calciano il pallone e poi se ne stanno in panchina fino al successivo momento in cui c'è bisogno di loro. Kicker e punter, però, fanno parte degli Special Team, mentre i situational players sono dei normalissimi giocatori, magari backup nelle loro posizioni, che entrano in campo, ad esempio, in caso di primo e goal sulla una yard, ad esempio, sia in attacco che in difesa. Extra linemen, extra linebacker, runningback dalle caratteristiche di sfondamento quando il RB titolare è più agile e meno adatto per le corse in mezzo alla linea.
Il più produttivo situational player che la storia recente della NFL ricordi, è senz'altro Jerome "The Bus" Bettis. A fine carriera, Bettis entrava praticamente solo per chiudere i terzi o quarti e inches, o segnare dalla una yard, quando, cioè, si cercava di sfondare per vie centrali.
Il 12 settembre del 2004, Pittsburgh giocò contro gli Oakland Raiders, e mise a segno ben tre touchdown, risultando decisivo nella vittoria degli Steelers per 24-21. La particolarità di questa prestazione sta nel fatto che tutti e tre i touchdown di Bettis arrivarono su corse da una yard, mentre il totale su corsa di The Bus, a fine partita, recitava: 5 portate, 1 yd guadagnata, 3 TD segnati. Le altre due corse, infatti, furono dei tackle for loss da una yard l'una, portando così il totale netto ad una sola yard guadagnata.
(Massimo Foglio in esclusiva per la newsletter)
I Seamen Milano e la European League Football nel 2023
I Seamen parteciperanno nel 2023 alla lega semi pro europea e ci piacere essere parte dell’avventura come partner della squadra meneghina. Mercoledì abbiamo fatto due chiacchiere con Marco e Paolo Mutti che ci hanno raccontato perchè e come sono entrati nella ELF e cosa dobbiamo aspettarci per il futuro. Potete rivederla QUI.
In chiusura
Avete amici che si stanno avvicinando al nostro fantastico sport? Bene, sul nostro canale YouTube abbiamo aggiunto un video sui ruoli in attacco e in difesa ;-)
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