Qualche ragionamento sull'affaire Tua
Riteniamo utile fare il punto su quanto accaduto a Tua Tagovailoa negli ultimi 10 giorni.
La NFL e la NFLPA hanno creato tempo fa un Comitato medico che tra le altre cose nomina i medici indipendenti per la valutazione delle concussion in partita. Viene nominato un medico per squadra e questo ha la responsabilità di valutare le condizioni del giocatore e di riferire al medico sociale che ha comunque l'ultima parola. Non facciamo dietrologismi, se il medico dice concussion il giocatore in automatico è considerato out dalla partita, il medico sociale prende atto.
Quello che sta emergendo, solo dopo l’infortunio che Tua Tagovailoa ha subito giovedì notte, è che due domeniche fa il medico sulla sideline Dolphins NON AVREBBE seguito le linee guida previste per la concussion, effettuando dei controlli non approfonditi e decidendo che il giocatore non presentava sintomi di trauma cranico, dando parere positivo al rientro in campo. In tutta questa fase l'Head Coach non è parte in causa, quello che viene deciso dai medici è legge da questo punto di vista.
Dopo l'infortunio nel TNF e dopo che l'indagine della NFL aveva appurato che si fosse seguita la procedura burocratica per la valutazione del trauma, la NFLPA ha chiesto di udire tramite il Comitato di cui sopra il medico che domenica ha dato il via libera a Tagovailoa ottenendo risposte "stizzite" e poco confacenti su quanto previsto dal protocollo e ha deciso di chiudere la collaborazione. A seguire NFL e NFLPA hanno pubblicato un comunicato nel quale dichiarano di voler rivedere le procedure che portano alla valutazione di una concussion in campo.
Molto probabilmente non vedremo in campo Tagovailoa per un po’ di tempo, ma alla fine l’unica cosa veramente importante è che il giocatore stia bene e possa recuperare al 100%.
Vi ricordate il titolo della scorsa newsletter?
15 delle 16 partite giocate in week 4 avevano solo un possesso di differenza durante il quarto quarto, record NFL.
50 delle 64 partite disputate dall’inizio della stagione avevano solo un possesso di differenza nel quarto quarto, record NFL.
Il ruggito della tigre: Head Coach playcaller, è una buona idea?
Uno dei passatempi preferiti da noi tifosi è quello di prendercela con il nostro coaching staff che si ostina a chiamare giochi che, secondo noi, non hanno alcuna possibilità di avere successo.
Vorrei dirvi che queste sono le classiche reazioni di chi, col senno di poi, aveva facilmente previsto che su quel 4&1 bisognava correre anziché lanciare o calciare anziché rischiare di giocarlo alla mano, ma da tifoso Bengals, purtroppo, mi capita davvero spesso di poter predire che chiamata verrà fatta, portandomi a criticare la prevedibilità del nostro playbook.
Senza addentrarmi nelle specifiche di una singola squadra, mi sono posto il dilemma se avere un head coach che abbia anche il ruolo di playcaller sia o meno una buona idea e se questa tendenza sia confermata anche dai numeri.
Effettivamente dal 2011 a oggi il numero di capi allenatori che preferiscono chiamare i giochi in prima persona è aumentato sensibilmente, passando da 8 a 15.
La spiegazione che mi sono dato di questo incremento è che stiamo parlando di un ruolo molto ambito e con solo 32 posti a disposizione nel mondo, per cui quando ti viene data quella possibilità, che potrebbe essere anche l’unica della tua carriera, preferisci avere il destino nelle tue mani, prendendoti la responsabilità in prima persona e non incolpando altri che te stesso nel caso le cose non vadano come auspicato.
Di sicuro non è facile ricoprire il doppio ruolo, perché un conto è preparare a tavolino il playbook per la partita, ma tutt’altro discorso è chiamare gli schemi, gestire i time out, i challenge e in generale tutti gli aspetti del gioco mentre il cronometro scorre. Questo farebbe propendere per delegare il ruolo all’offensive coordinator, ma d’altro canto molti head coach sono diventati tali per le loro capacità di playcalling e quindi non vogliono cedere ad altri lo strumento che è stato alla base del loro successo, oltre al fatto che da head coach playcaller possono anche fare scelte meno conservative, dal momento che non hanno più un allenatore a cui dover rendere conto: pensate a quando Sean Payton ha chiamato un onside kick per iniziare il secondo tempo del Super Bowl XLIV!
Andando però ad analizzare la percentuale di vittorie, nel periodo tra il 2011 e il 2021, dei capi allenatori playcaller rispetto a quelli che hanno delegato tale funzione, ci rendiamo conto che i numeri non fanno prevalere una soluzione rispetto all’altra, infatti l’aumento di vittorie è cresciuto proporzionalmente all’aumento di allenatori che hanno concentrato su di loro anche tale funzione.
Questo fa presupporre che, come sempre nel football, non esiste un’unica strada per raggiungere la meta, ma bisogna trovare la soluzione migliore per quella specifica condizione e quando ci si accorge che non è quella giusta, avere il coraggio e l’onestà intellettuale di cambiare, così come ha fatto Nick Sirianni, l’head coach degli imbattuti Philadelphia Eagles, che, dopo un primo anno da playcaller, in questa stagione ha delegato quel ruolo al suo offensive coordinator, Shane Steichen, con risultati decisamente apprezzabili.
Grafico e statistiche a cura di Andrea Casiraghi
(Giorgio Prunotto in esclusiva per la newsletter)
Il Foglio della statistica
Per la particolare conformazione del sistema di scheduling adottato dalla NFL, ci sono squadre che si incontrano due volte l'anno e squadre che si incontrano una volta ogni quattro anni, con tutta una serie intermedia di incroci che fanno variare molto la "consistenza" delle serie storiche tra team.
Ci sono squadre storiche come Chicago e Detroit che vantano serie da un totale di 200 partite, mentre gli Houston Texans, ultimi arrivati nella lega in linea temporale, hanno diverse serie composte di sole quattro/cinque partite. Non fa specia, quindi, che gli Houston Texans non abbiano mai vinto né contro i Philadelphia Eagles né contro i Minnesota Vikings, nelle cinque partite disputate con ognuna di queste squadre.
Fa un po' più specie, invece, che una squadra come i New York Jets nei suoi 50 e più anni di NFL non sia mai riuscita ad avere la meglio sui Philadelphia Eagles: 12 partite e 12 vittorie per i verdi della Pennsylvania
(Massimo Foglio in esclusiva per la newsletter)
Segnalazioni dal sito
Qualche link ai contenuti pubblicati in questi ultimi giorni: tutto su week 4 NFL (cronache e rubriche), gli ultimi podcast, review NCAA, Huddle’n Music
La storia del football
Segnalazione di una sezione del sito che contiene molti articoli sulla storia del football, NFL e NCAA. Se cercate qualcosa da leggere QUESTO è il link che cercate :-)
X&O’s ovvero la tattica spiegata bene
Seconda segnalazione per la sezione che raccoglie gli articoli che parlano di tattica, alcuni anche video, per capire meglio quello che succede sul campo. QUESTO è il link.
Bottiglie e bandiere
16 dicembre 2001, il luogo è quello che ai tempi si chiamava ancora Cleveland Browns Stadium. Bottiglie, bottiglie che piovono dappertutto, perchè? QUI la spiegazione.
Centinaia di giocatori NFL in week 4 e 5 avranno sul casco un adesivo con una bandiera, vi spieghiamo perchè e chi sono.
L’angolo del Salerio - Tomlin in negativo?
Fate attenzione a questi numeri: 10-6; 12-4; 9-7; 12-4; 12-4; 8-8; 8-8; 11-5; 10-6; 11-5; 13-3; 9-1-6; 8-8; 12-4; 9-1-7. Non serve giocarli al lotto, ma non si tratta neppure di casuali invenzioni. Sono, infatti, i 15 record a fine regular season collezionati dai Pittsburgh Steelers nel corso della gestione Mike Tomlin, dal 2007 a oggi. L'evidente dettaglio che li accomuna tutti è che neanche uno è in negativo. Una statistica più unica che rara, anzi mai vista prima nella storia NFL. Una statistica che, però, potrebbe essere in serio pericolo.
Gli Steelers, infatti, hanno iniziato la stagione nel peggiore dei modi, vincendo a sorpresa l'esordio contro i Bengals dopo un overtime combattutissimo, ma finendo poi sconfitti contro Patriots, Browns e Jets. Tutte squadre che, in questo avvio di annata, non hanno di certo fatto faville. Il peggio, però, deve ancora arrivare: di fronte a Pittsburgh ci saranno Bills, Buccaneers, Dolphins ed Eagles, ovvero due tra le più accreditate protagoniste per la vittoria del Super Bowl e due tra le più grandi sorprese di queste prime settimane di football.
Gli Steelers, per altro, devono affrontare un delicato avvicendamento nel ruolo di quarterback titolare, che ha portato l'atteso rookie Kenny Pickett a prendere improvvisamente il posto di un deludente Mitchell Trubisky. Nel caso in cui, come appare quantomeno probabile, Pittsburgh dovesse perdere tutte le prossime quattro sfide, il record crollerebbe a 1-7 e, a quel punto, con Bengals, Raiders e due volte i Ravens ancora da affrontare, sarebbe davvero un'impresa non finire sotto il 50% di vittorie. Guai, però, a fare calcoli senza considerare il genio e il carattere di Tomlin: per gli Steelers tutto può ancora succedere.
(Alessio Salerio in esclusiva per la newsletter)
Analitichiamo: personale in campo e passaggi
Quattro partite di regular season rappresentano quasi un quarto di stagione. Statisticamente il campione è ancora contenuto, ma alcune tendenze iniziano a delinearsi e quindi andiamole ad analizzare. Nel grafico di oggi andremo a vedere un'ossatura delle filosofie offensive partendo da due dati: il personnel utilizzato ed il pass rate over expected. Ovviamente è solamente il primo strato superficiale di un'analisi più articolata che richiederebbe l'approfondimento di formazioni, allineamenti, tracce, etc,etc.
Ma partiamo dal personnel, termine che molti di voi già conoscono, il quale viene espresso sotto forma di codice a doppia cifra e definisce i cosi detti "skill player" (running back, tight end o wide receiver) impiegati in un'azione. La prima cifra indica il numero di running back presenti in campo, mentre la seconda indica il numero di tight end. Quindi un personnel 11 significa che l'attacco sta utilizzando 1 running back - 1 tight end - e per differenza 3 wide receiver.
Il secondo dato, probabilmente meno conosciuto, è il PROE acronimo di pass rate over expected. Questa metrica indica il grado di aggressività nel mettere la palla in aria. Valori positivi segnalano una preponderanza dei passing play, mentre valori negativi dei rushing plays. A differenza del puro pass rate, rapporto giochi di passaggio/giochi totali, il PROE tende ad attenuare tutte quelle variabili che incidono sulla chiamata di un gioco di passaggio o di corsa. Per esempio, un 3&15 sarà chiaramente un'azione che vedrà un lancio, pertanto l'impatto positivo sul PROE sarà limitato. Viceversa una squadra che continua ad affidarsi al gioco aereo su un 2&1, con un discreto vantaggio e nell'ultimo quarto genererà un valore di PROE più consistente.
A questo punto mettiamo insieme questi due informazioni ed andiamo vederle nell'immagine sottostante.
In questa panoramica di tutte le squadre ci sono alcune situazioni che saltano subito all'occhio. La prima è la differenza numerica del numero dei pallini presenti nei vari grafici. I Rams, Commanders, Bengals, sono squadre che utilizzano in maniera consistente un solo gruppo, l'11 personnel. Altri offensive coordinator invece preferiscono avere in campo personali differenti. Questo è il caso dei Falcons, Ravens e Browns.
Interessante vedere come i Lions hanno utilizzato un personnel non "canonico", identificato con "Other", inserendo un extra offensive lineman. Sulla tendenza ad essere molto decisi nel giocare i passing plays troviamo i Chiefs che con tutti i suoi principali gruppi evidenzia sempre un PROE oltre al 10%.
All'estremo opposto troviamo i Bears, i quali non superano il -10% indicando come la palla viene principalmente portata via terra. Un caso curioso è rappresentato dagli Houston Texans in 13 personnel, il quale schierando ben 3 tight end, farebbe presupporre un gioco di corsa, mentre invece troviamo un PROE decisamente elevato.
Sarà interessante vedere nel proseguo della stagione quali tendenze si confermeranno e quali si modificheranno, sia per un allargamento del campione, sia per scelte e strategie differenti dei coaching staff.
(Andrea Casiraghi in esclusiva per la newsletter)
In chiusura
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