Esordio europeo
Benvenuto ad una nuova uscita (22/2023) della newsletter di Huddle Magazine.
Nelle due settimane passate dall’ultima newsletter poco e niente è accaduto nel mondo NFL, quindi l’apertura di questo numero è dedicata all’esordio europeo dei Milano Seamen nella European League of Football. I milanesi hanno perso contro i Barcelona Dragons, ma la partita è rimasta aperta fino ai secondi finali.
(Foto di Lorenzo Bisi)
L’angolo del Salerio
Gli Eagles sono andati a un passo dal titolo quando, lo scorso 12 febbraio, si sono inchinati ai Chiefs soltanto nel finale, dopo essere stati in vantaggio per quasi tutta la partita. La banda di Nick Sirianni ha pregustato la vittoria e, in questa offseason, ha fatto del proprio meglio per provare ad avvicinarsi ulteriormente al sogno sfumato. A partire dal mostruoso rinnovo per cinque anni e 255 milioni di dollari di Jalen Hurts, confermato a pieni voti. La free agency, però, era iniziata con qualche addio eccellente: dal runningback Miles Sanders, accasatosi ai Panthers, ai linebacker T.J. Edwards e Kyzir White, senza dimenticare le safety C.J. Gardner-Johnson e Marcus Epps. In questo senso, ancora più importanti sono state le conferme di James Bradberry e Darius Slay, che, dopo qualche iniziale tensione, hanno trovato l'accordo per restare in una secondaria poi rinforzata dall'arrivo di Terrell Edmunds dagli Steelers.
Come intuito nella scorsa stagione, però, gran parte delle fortune difensive e di squadra passa da un front seven che ha ammassato la bellezza di 70 sack e 97 tackle for loss. Fondamentali, per questo, sono stati i rinnovi di Brandon Graham e di Fletcher Cox sul lato sinistro della linea, mentre l'addio di Jason Hargrave, reso ricco dai Niners, ha fatto scricchiolare gli Eagles, insieme alle tante incertezze rimaste tra i linebacker. A colmare i vuoti, però, ha pensato un Draft che ha visto Philadelphia tra le protagoniste assolute, per non dire "vincitrice" complessiva: in particolare, il defensive tackle Jalen Carter con la scelta numero 9 e il linebacker Nolan Smith con la numero 31 hanno garantito altri due giocatori da Georgia pronti a dare un fondamentale impatto immediato.
E in attacco? Gli arrivi dei free agent Rashaad Penny e Olamide Zaccheaus hanno rinforzato il reparto, ma è stata la trade con i Lions per D'Andre Swift a fornire un altro playmaker al fianco di Hurts, A.J. Brown e DeVonta Smith. Rimane qualche dubbio sull'intatta efficienza dell'offensive line senza Isaac Seumalo, sostituito dal rookie Tyler Steen nel ruolo di guardia, così come su Nakobe Dean e Nicholas Morrow al fianco del mostruoso Haason Reddick, in attesa che Nolan Smith prenda confidenza tra i professionisti. Quel che è certo, però, è che gli Eagles hanno dato spettacolo in offseason tanto quanto avevano fatto sul campo fino all'ultimo minuto del Super Bowl. E, tra qualche mese, l'assalto all'anello è pronto a ricominciare.
(Alessio Salerio in esclusiva per le newsletter)
Analitichiamo
La settimana scorsa i Minnesota Vikings hanno preso la decisione di tagliare il running back Dalvin Cook. L'annuncio ha lasciato qualche perplessità, nonostante fosse nell'aria e l'attesa dell'inizio di giugno è stata dettata dalle dinamiche del salary cap.
L'ex secondo giro del draft 2017 non ha ancora compiuto 28 anni, ha superato negli ultimi 4 anni la soglia delle 1.000 yard corse e dal 2019 è stato selezionato per il pro bowl. Dalvin Cook era diventato una delle stelle della squadra ed il suo taglio rappresenta una svolta significativa per la costruzione della squadra dei prossimi anni. Lascia un vuoto importante che dovrà essere colmato da Alexander Mattison con il supporto di Ty Chandler e del rookie DeWayne McBride.
Ed allora perchè i Vikings si sono privati di Dalvin Cook?
Tra le motivazioni principali c'è sicuramente la situazione contrattuale. Quest'anno Cook sarebbe stato il terzo running back più pagato e con il suo rilascio vengono risparmiati circa 9M in questa stagione. A Minneapolis inoltre, si inizia a risparmiare ed a riempire il salvadanaio per il prossimo rinnovo del ricevitore Justin Jefferson.
A livello tattico il nuovo head coach Kevin O'Connell ha dato anche un'impronta offensiva differente alla precedente gestione di Mike Zimmer. Il gioco aereo ha preso il sopravvento e probabilmente è più sensato per il front office e coaching staff allocare le risorse in ruoli ritenuti più cruciali.
Questo ci porta al tema del ruolo dei running back nell'NFL di oggi e di come il loro spazio sia sempre più ridotto. Se in generale non possiamo considerare un vent'ottenne vecchio, possiamo stimare che un running back vent'ottenne ha molto probabilmente già dato il meglio di sé.
Nel grafico sottostante possiamo vedere l'andamento del RYOE per tentativo in funzione dell'età di un running back. Il RYOE è l'acronimo di Rushing Yards Over Expected, cioè le yards guadagnate oltre a quelle attese.
Non entriamo nel dettaglio, ma ci basta sapere che questa metrica avanzata prova ad isolare la prestazione del singolo running back rispetto al contesto in cui si svolge il gioco.
Nella stagione 2020 quando Cook aveva 25 anni ha prodotto la miglior stagione in termine di RYOE/ATT. Nel 2021 le prestazioni sono leggermente calate, mentre nel 2022 il valore è virato in territorio negativo per la prima volta.
Possiamo notare anche come dopo i 25-26 anni inizia mediamente il declino della prestazione di un running back. Ovviamente in linea generale e qualche eccezione è sempre presente.
Il RYOE è ottimo se utilizzato per un confronto, ma comunque non ha un carattere predittivo anno su anno.
Personalmente ritengo che Dalvin Cook potrebbe avere ancora nella gambe 1/2 stagioni di buon livello, ma molto probabilmente a Minnesota hanno visto la parte migliore.
(Andrea Casiraghi in esclusiva per le newsletter)
I Milano Seamen e la European League of Football
E’ partita la stagione 2023 della ELF, la lega semiprofessionista di football europeo e in week 2 c’è stato l’esordio dei Milano Seamen. La partita contro i Dragons è stata bella ed equilibrata fino alla fine. QUI potete leggere il racconto dell’incontro e QUI la review della seconda settimana di gioco. Per i milanese domenica 18 viaggio a Stoccarda, mentre domenica 25 alle 13.00 seconda partita casalinga al Vigorelli contro Helvetic Guards.
Comment-Ale
Alessandro Taraschi ci dice la sua su un argomento prolato senza aver paura di inimicarsi i poteri forti :-) In questo numero si parla di runningback nella NFL.
Dal sito
Diminuisce anno dopo anno il numero di bambini che gioca a tackle football negli States, QUI il racconto della situazione. DeAndre Hopkins non è più un giocatore dei Cardinals, QUI qualche possibile scenario. Volete andare a vedere le partite NFL a Londra e/o Francoforte? QUI qualche informazione utile. La USFL è a week 9 della regular season e QUI potete leggere come sta andando. Continuano i campionati italiani di football, QUI i riassunti settimanali.
Il ruggito della tigre
La tendenza nello sport americano è quella di voler vincere tutto e subito, la pazienza sta diventando una merce sempre più rara, ma in NFL gli head coach hanno una permanenza media alla guida delle loro squadre più lunga dei loro colleghi in NBA, NHL e MLB, come riassunto nella seguente tabella.
Si sa che quando le cose nello sport vanno male i primi a pagare sono sempre gli allenatori. Diventa interessante andare a vedere quanti head coach le franchigie NFL abbiano cambiato dal 2000 ad oggi.
Volendo poi rappresentare in un grafico la correlazione tra numero di vittorie medie in stagione e numero di cambi di allenatori fatti, si ottiene una distribuzione molto varia.
Naturalmente svetta il dominio di Bill Belichick dei New England Patriots, che non ha eguali in termini di vittorie a stagione ed è stato l’unico allenatore della sua franchigia in quel lasso di tempo.
In AFC North Baltimore, Pittsburgh e Cincinnati hanno cambiato meno head coach dei Cleveland Browns da soli, ma se i Ravens e gli Steelers hanno comunque mantenuto sempre un’ottima media di vittorie annue, meno comprensibile è stata la pazienza dei Bengals nei confronti di Marvin Lewis che, nei suoi 16 anni alla guida della franchigia dell’Ohio, non ha vinto nemmeno una partita di playoff.
Nella parte destra del grafico spiccano i Denver Broncos che, nonostante abbiano cambiato un notevole numero di allenatori, sono comunque riusciti a ottenere una discreta media di vittorie.
Raffrontando il nostro grafico all’analogo NBA, si nota come, nonostante siano solo 30 le franchigie contro le 32 della NFL, ci siano ben 12 squadre che han cambiato almeno 10 allenatori in poco più di 20 anni, contro le sole 7 in NFL, a dimostrazione della maggior pazienza dimostrata dai proprietari dei team di football americano.
Un’altra grossa differenza tra il mondo della palla a spicchi e quello dello sferoide prolato è la facilità per gli allenatori NBA di riciclarsi presso un’altra franchigia, mentre per molti head coach NFL il treno di capo allenatore passa una volta sola o al massimo due. Si pensi che ben 21 degli attuali head coach NFL sono alla prima esperienza nel ruolo, 10 alla seconda e solo Pete Carroll ha ricoperto l’incarico per 3 franchigie diverse: Seahawks, Patriots e Jets.
L’unica certezza, indipendentemente dallo sport considerato, è che il ruolo del capo allenatore è molto stressante e impegnativo e basta davvero poco per vedere i propri sforzi vanificarsi senza aver l’opportunità magari di avere una seconda chance per mostrare le proprie capacità.
(Giorgio Prunotto in esclusiva per la newsletter)
Chiedilo al Direttore
Questa settimana rubrica in forma scritta. Siamo abituati che il termine della stagione NFL vuol dire sei mesi senza football, ma mai come quest’anno questi giorni sono pieni invece di football giocato. Al di la dei campionati italiani in pieno svolgimento, anche il football (semi)pro ha capito che può esserci vita, o quantomeno provarci, se non si cerca la competizione con la NFL. Cominciamo con la CFL (Canadian Football League) che storicamente inizia a giugno per chiudersi ai primi di novembre con la Grey Cup per passare a due leghe che si sono divise l’attenzione (relativa per onestà culturale) degli appassionati americani: la XFL e la USFL. Mossa intelligente, non sappiamo quanto concordata, di non accavallare le due stagioni, a fine della prima è iniziata la seconda. Per chiudere la ELF (European League of Football), lega semipro europea alla quale partecipano i Milano Seamen, che ha iniziato a giugno la stagione regolare per chiudersi con il Championship di settembre.
Il livello di gioco espresso da queste leghe non è certamente quello NFL, ci mancherebbe, ma crediamo ci sia quantomeno la possibilità di poter vedere dell’onesto se non discreto football giocato anche nei mesi cosiddetti “morti”.
(Govanni Ganci in esclusiva per la newsletter)
Il gioco
Un piccolo gioco per passare il tempo: dovete indovinare di quali giocatori si tratta conoscendo il college e due squadre nelle quali hanno giocato.
Postate le vostre risposte sulla nostra chat Telegram o sui social usando l’hashtag #huddlegame ;-)
La soluzione della scorsa newsletter: Detroit Lions.
In chiusura
Avete amici che si stanno avvicinando al nostro fantastico sport? Bene, sul nostro canale YouTube, tra le tante cose, abbiamo un video sui ruoli in attacco e in difesa.
Dove siamo? Dappertutto o quasi :-) Oltre al sito web ci trovate su Twitter, YouTube, Facebook, Instagram e Twitch. Abbiamo una chat su Telegram con oltre 1200 iscritti nella quale discutere di football. QUI trovate i nostri podcast e QUI i nostri libri.