Le quattro migliori della NFL
Benvenuto ad una nuova uscita (12/2023) della newsletter di Huddle Magazine.
Siamo arrivati al weekend delle finali di Conference. Domenica alle 21.00 San Francisco 49ers vs Philadelphia Eagles (che noi seguiremo LIVE su Twitch a partire dalle 20.00) e alle 00.30 Cincinnati Bengals vs Kansas City Chiefs. Tre delle quattro squadre erano in finale anche l’anno scorso (Eagles al posto dei Rams), dato che si è visto una sola volta nella NFL moderna. I Divisional Playoff non sono stati all’altezza delle aspettative (QUI le nostre pagelle), speriamo di rifarci questo weekend ;-)
Buon football a tutti!
The Playbook Endgame: guida ai playoff 2022
Dopo il successo dell'anno scorso torna, esclusivamente in formato elettronico The Playbook: Endgame, lo spin off di The Playbook vol. III dedicato esclusivamente ai playoff NFL 2022. Chi acquista il libro non ha solo il preview delle squadre qualificate ai playoff più analisi statistiche, ma ogni settimana video analisi e podcast esclusivi.
Dall’introduzione:
Abbiamo dedicato a ciascuna delle quattordici contender un capitolo dove analizzarne punti di forza e debolezza, tendenze tattiche e qualità tecniche. Non mancherà neanche quest’anno il recap statistico della stagione regolare, fondamentale per avere un quadro generale dei rapporti di forza tra i vari giocatori e reparti delle squadre ancora in corsa.
Per leggere un capitolo, ascoltare un podcast, vedere un video e acquistare la vostra copia cliccate QUI.
L’angolo del Salerio
Joseph Lee Burrow, nato il 10 dicembre 1996, sfiderà Patrick Lavon Mahomes, nato il 17 settembre 1995, nel prossimo Championship di AFC. A quel punto, però, già si conoscerà la prima delle due finaliste al Super Bowl, ovvero la vincente del Championship di NFC tra gli ancor più giovani Jalen Alexander Hurts, nato il 7 agosto 1998, e Brock Richard Purdy, nato il 27 dicembre 1999. Purdy è coetaneo di Trevor Lawrence, Daniel Jones è un classe 1997 e Josh Allen ha la stessa età di Burrow. Insomma, Dak Prescott si sarà sentito un vecchietto nel giocare la propria partita dello scorso weekend a 29 anni compiuti...
Tutti gli otto quarterback che hanno preso parte al Divisional Round hanno meno di 30 anni e, dopo le scorse quattro partite, il più anziano di loro, tra mille virgolette, ha abbandonato la contesa, dimostrando che quest'anno la NFL è una questione di gioventù al potere. La sensazione è che non si sia trattato di un caso, considerando che di sorprese, tra Divisional e Championship, ce ne sono state ben poche e la AFC può schierare un altro paio di talenti già visti ai playoff in Lamar Jackson dei Ravens, classe 1997, e Justin Herbert dei Chargers, nato nel 1998.
Ora che Purdy sembra aver messo definitivamente le mani sul posto da titolare nei 49ers del prossimo futuro, la strada verso un pazzesco ringiovanimento dei quarterback vincenti in NFL sembra essere del tutto avviata. Oggi sappiamo che, certamente, il prossimo vincitore del Super Bowl avrà meno di 30 anni, com'è accaduto soltanto due volte negli ultimi otto giocati, da Nick Foles con gli Eagles allo stesso Mahomes con i Chiefs. Con il futuro di Tom Brady incerto tra ritiro e un'ultima nuova esperienza e le grosse incertezze relative alla scelta di Aaron Rodgers, dopo la caduta di grandi protagonisti del passato recente, da Matt Ryan a Russell Wilson, sembra esserci ben poco da fare per i vecchietti della Lega. Beata gioventù...
(Alessio Salerio in esclusiva per la newsletter)
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L’angolo della tigre
Come sta andando la regola del 15%?
Più volte su Huddle Magazine abbiamo parlato della regola del 15%, una statistica che evidenzia come nessuna squadra con un quarterback che avesse uno stipendio superiore al 15% del salary cap abbia mai vinto il Super Bowl (QUI e QUI i due articoli.
È interessante andare a vedere se questa regola verrà rispettata anche quest’anno, ora che siamo arrivati al Championship, partendo ad analizzare gli stipendi degli otto quarterback che hanno raggiunto il Divisional.
Per completezza sono stati inseriti sia gli stipendi medi annui del contratto in essere, che la loro incidenza sulla stagione in corso (dato più significativo ai fini di questa analisi), con le relative percentuali.
Dalla colonna con i valori dello stipendio medio annuale, si evince come solo i QB nel loro rookie contract riescono a rispettare questo parametro, mentre considerando la colonna del cap hit vi rientrano tutti tranne Mahomes, perché Allen e Prescott hanno un contratto strutturato in maniera tale da non incidere particolarmente sul monte ingaggi delle loro squadre in questa stagione.
In ogni caso, dei 4 quarterback ancora in gioco per raggiungere il Super Bowl (Purdy, Hurts, Burrow e Mahomes), soltanto Mahomes supera la fatidica soglia del 15%, mentre gli altri non arrivano nemmeno alla doppia cifra, analogamente a quanto avviene andando a considerare il cap hit di tutti i quarterback che si sono affrontati al Divisional.
Questi dati evidenziano come per i Chiefs fosse indispensabile la trade di Tyreek Hill ai Dolphins, perché non sarebbero mai riusciti a far quadrare i conti con un contratto pesante come quello che è riuscito a strappare il ricevitore. Certo risulta evidente come un QB forte come Mahomes riesca a mantenere la sua squadra competitiva seppur ne mangi una buona quota dello spazio salariale, situazione che andrà peggiorando nei prossimi anni, motivo per cui tutti i General Manager delle squadre NFL continuano a sperare che il salary cap continui a crescere costantemente.
Ma i playoff non sono ancora finiti, per cui vediamo se Patrick Mahomes riuscirà a sfatare il famigerato tabù del 15%.
(Giorgio Prunotto in esclusiva per la newsletter)
Segnalazioni dal sito
Tutto quello che abbiamo pubblicato e che pubblicheremo sulle finali di Conference lo trovate QUI. Abbiamo immaginato quale potrebbe essere l’Head Coach per gli Arizona Cardinals. La NFL giocherà ben CINQUE partite in Europa nel 2023. Sabato e domenica a Firenze si disputeranno le finali giovanili FIDAF, QUI tutte le informazioni.
Il Foglio della statistica
Il Divisional contro i Giants è stata una partita particolarmente produttiva sulle corse per i Philadelphia Eagles, tanto che Jalen Hurts ha dovuto mettere la palla per aria molto poco, raggiungendo, comunque, il ragguardevole passer rating di 112.2, il quarto migliore in postseason nella storia degli Eagles. I 17 primi down conquistati su corsa sono stati solo due in meno rispetto al record di 19 stabilito dai Cowboys contro i Rams nel 1980.
Tre giocatori hanno avuto una media pari o migliore di 5.3 yard a portata (Gainwell 9.3, Sanders e Scott 5.3). L'ultima volta che tre RBs hanno avuto una media uguale o maggiore a 5.3 yard a portata fu 34 anni fa con Ickey Woods, James Brooks e Stanley Wilson per i Cincinnati Bengals, ed è solo la quarta volta nella storia dei playoff NFL che succede. Sempre parlando di media, le 9.3 yard a portata di Gainwell (nomen omen) sono la miglior prestazione da 20 anni a questa parte (10.5 Charlie Garner nel 2002) e la seconda migliore in assoluto per la franchigia dietro alle 9.7 di Donovan McNabb nel 2003, la prima contando solo le partite di playoff.
Come totale di rushing, le 268 yard contro i Giants sono a seconda miglior prestazione di sempre degli Eagles in post season, dietro alle 274 corse nel NFL Championship del 1949 al Los Angeles Coliseum contro i Rams. I New York Giants sono sembrate essere le vittime favorite del gioco di corsa dei Philadelphia Eagles, quest'anno. Oltre alle 268 yard nei playoff, gli Eagles avevano guadagnato253 yard nella partita di regular season dello scorso dicembre, portando così il totale a 656 yard nella stagione 2022.
Uno che sembra avercela in maniera particolare con i New York Giants è sicuramente il running back Boston Scott. Dei diciotto touchdown segnati in carriera, ben dieci sono stati segnati contro i Giants, e va a segno contro i G-men da nove partite consecutive.
(Massimo Foglio in esclusiva per la newsletter)
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Analitichiamo
La stagione 2022 è arrivata alle sfide finali e probabilmente verrà ricordata per qualche giocata di Mahomes, Burrow, Hurts e Purdy. Nel ripensare a questi playoff mi torna in mente un episodio capitato nell'incontro tra Buffalo Bills e Miami Dolphins nelle Wild Card che invece non passerà alla storia.
A poco più di due minuti dalla fine dell'incontro coi Dolphins sotto di 3 punti e con 4th&1 da giocare, l'attacco telecomandato da McDaniel si prende un delay of game. Successivamente Miami non converte il 4th&6, consegnando ai Bills l'accesso al divisional. Senza entrare nella dinamica del singolo episodio da questo caso mi sorge una curiosità. Ma quanto sono veloci le squadre NFL a rimettere in gioco il pallone?
Andiamo a vederlo subito con il primo grafico dove viene riportata la distribuzione dei giochi per il tempo mancante sul cronometro.
Partendo dai Dolphins notiamo come è stata la squadra più lenta della lega dopo i Green Bay Packers, con l'azione che partiva mediamente a poco meno di 7 secondi sul cronometro. Al primo posto, vincente del premio "Speedy Gonzales", troviamo i Tampa Bay Buccaneers, che nonostante il "vecchietto" Tom Brady ancora in cabina di regia, hanno lasciato mediamente ben 12 secondi. Dietro di loro i Dallas Cowboys e gli Indianapolis Colts, entrambi con oltre 11 secondi.
Le motivazioni possono essere tante nel determinare queste differenze come spesso accade nel football. Senza poter compiere un'approfondita analisi, una causa che mi viene subito in mente è quanto spesso viene utilizzata la no-huddle offense. Chiaramente, se i giocatori non si trovano nell'huddle potranno allinearsi più velocemente e far partire l'azione in maniera più rapida.
Questo è il risultato.
Sicuramente c'è un discreto grado di correlazione tra quanto più velocemente si mette la palla in gioco (asse orizzontale) e la percentuale di utilizzo della no-huddle. Miami e Green Bay hanno avuto un rate molto basso, mentre gli Arizona Cardinals distanziano tutti con oltre il 30%, seguiti da Seahawks, Buccaneers ed Eagles. Infine una piccola curiosità, tre delle squadre presenti ai championship hanno il no huddle rate più basso (Chiefs, 49ers e Bengals).
(Andrea Casiraghi in esclusiva per la newsletter)
In chiusura
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