La NFL, il nuovo kickoff ed il rugby
Benvenuto ad una nuova uscita (44/2024) della newsletter di Huddle Magazine
La NFL ha le nuove regole per la prossima stagione e quella sul kickoff ha destato i maggiori interrogativi visto il cambio radicale al quale ci troveremo di fronte. La NFL è sempre alla caccia di nuovi mercati e di giocatori che possano essere sia validi sul campo che incrementare la presenza nei rispettivi paesi; quest’anno ha puntato forte sui giocatori di rugby, due sono già ad allenarsi con squadre NFL e di uno vi raccontiamo qualcosa di più. In questi giorni iniziano l’attività le squadre con un nuovo Head Coach e non ci dimentichiamo del Draft con qualche scelta sbagliata del passato.
Buona lettura!
Comment-Ale
Alessandro Taraschi ci dice la sua su un argomento prolato senza aver paura di inimicarsi i poteri forti :-) In questo numero la top 5 delle peggiori scelte al Draft degli ultimi 20 anni.
L’angolo del Salerio
Con gli ultimi fuochi d'artificio di un'esplosiva free agency ancora da scoppiare, la NFL si appresta a volgere il suo sguardo verso il Draft, in programma tra i prossimi 25 e 27 aprile. Prima di concentrare l'attenzione sui prospetti in uscita dal college, però, è utile tirare le fila di ciò che è stato fin qui in una succulenta offseason. Otto nuovi head coach sono pronti a prendere posto nella Lega: dal grande ritorno di Jim Harbaugh, ai Chargers, a un altro veterano come Dan Quinn, ai Commanders, passando per i tanti giovani alla prima esperienza, soprattutto Mike Macdonald ai Seahawks e Dave Canales ai Panthers. Nessuno di loro, però, avrà un compito più difficile di Jerod Mayo, che prenderà il posto di sua maestà Bill Belichick ai Patriots.
A iniziare una nuova avventura altrove, però, ci saranno anche la bellezza di 274 giocatori, con esiti molto diversi da squadra a squadra. I Cowboys, per esempio, hanno accolto a Dallas una sola faccia nuova, il linebacker Eric Kendricks. Tra coloro che hanno cambiato meno ci sono anche i Colts, con appena due innesti, il defensive tackle Raekwon Davis e il quarterback Joe Flacco. A quota tre, invece, ci sono i Packers, che tra essi hanno preso il runningback Josh Jacobs. A salire, poi, ci sono Chiefs, Raiders e Ravens con quattro nuovi giocatori a contratto, Broncos, Buccaneers, Falcons, Lions e Rams con cinque, Bengals e Saints con sei, Chargers con otto, Bills, Jets, Patriots e Titans con nove.
Ben quattordici squadre hanno accolto in città almeno una doppia cifra di facce nuove: Cardinals, Jaguars, Niners e Seahawks dieci, Browns e Steelers undici, Giants e Vikings dodici, Bears, Eagles e Panthers tredici. Terzi in classifica, con quindici nuovi ingressi, sono i Dolphins, mentre i Texans secondi sono saliti a quota sedici con l'ultimo affare in ordine di tempo, che ha portato alla corte di Houston un pezzo pregiatissimo, Stefon Diggs. Primi con grande distacco, comunque, sono i Commanders, con venti nuovi giocatori. Quinn, insomma, non ha perso tempo per rivoluzionare la squadra della capitale, che potrà contare anche su nove scelte al Draft, delle quali ben sei nelle prime 105. In questo senso, attenzione soprattutto a Cardinals, che sceglieranno ben tredici volte, Niners e Packers, entrambe a quota undici. Il minor numero di chiamate, invece, appartiene a Bears, Broncos, Dolphins e Panthers, ferme a sei.
(Alessio Salerio in esclusiva per la newsletter)
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Dal sito
E’ iniziata la UFL, QUI la review di week 1. Se volete sapere quali saranno le nuove regole NFL per il 2024 le trovate QUI, mentre la spiegazione del nuovo kickoff è QUI. La carriera di Peyton Manning in una timeline la trovate QUI. Volete una storia da leggere? QUI quella di Baker Mayfield. Quattro squadre hanno annunciato un cambio di divisa, QUI trovate maggiori informazioni. I giocatori più vincenti squadra per squadra sono QUI.
Continuano le schede della Strada verso il Draft e le review della stagione 2023 delle squadre NFL.
Analitichiamo
Il periodo che va da fine febbraio a fine aprile vede parecchi eventi che segneranno il destino di ogni singola squadra. La combine, l'apertura del mercato dei free agent ed il Draft sono tappe fondamentali per la costruzione di una franchigia. Ma c'è dell'altro.
Infatti, in questo periodo vengono approvate le modifiche regolamentari che non segnano soltanto il futuro di una singola realtà, ma direttamente il gioco. Tra le modifiche che i trentadue proprietari hanno approvato, quella sui kickoff è una delle più importanti. La NFL è da anni, che come un equilibrista, cerca di districarsi tra la sicurezza dei giocatori e lo spettacolo del gioco. Le continue variazioni di una fase di gioco possono portare ad un "accrocchio" che non accontenta nessuno. E' per questo che da quest'anno sui kickoff è stata fatta tabula rasa e da settembre vedremo qualcosa di nuovo. Come diventerà lo trovate ben spiegato in questo articolo.
Oggi vedremo per quale motivo gli owner hanno deciso di cambiare. Oltre al classico tema della sicurezza, nella stagione 2023 quasi 3 kickoff su 4 (73%) sono terminati con un touchback. Un dato molto alto e, come si può vedere dal grafico sottostante, in deciso aumento.
Un significativo impatto è derivato dallo spostare il punto del calcio del kickoff dalle 30 alle 35 yard nel 2011. Una percentuale schizzata dal 16% ad oltre il 40% e che nel corso dell'ultimo decennio ha visto un graduale e costante incremento. Anche grazie alla potenza dei kicker e delle strategie degli special teams si è arrivati a toccare un 60% di touchback. Un ulteriore colpo alla speranza dei ritornatori è stato inflitto l'anno scorso, quando era stato introdotto che il fair catch dentro le 25 yard facesse partire la squadra in attacco dalle proprie 25.
Ogni tanto bisogna ripartire da capo e quest'anno l'NFL ci prova coi kickoff.
(Andrea Casiraghi in esclusiva per la newsletter)
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Huddle Classic in pillole
Nei giorni scorsi le 32 squadre NFL hanno comunicato date e sedi delle attività di offseason, comunemente conosciute come OTA (Organized Team Activities). È una prassi oramai consolidata, ma non tutti sanno che, oltre ad essere rigidamente controllata, è una pratica relativamente recente nella storia della National Football League. Fino agli anni '70 e parte degli '80, infatti, non era pensabile organizzare qualcosa in offseason, soprattutto perchè molti giocatori avevano dei lavori alternativi da svolgere fuori alla stagione NFL per far quadrare i conti. I guadagni non erano quelli di oggi (nemmeno rapportati e riparametrati), e a volte anche le superstar dovevano arrangiarsi (lo sapevate che Bart Starr in off season vendeva pneumatici?).
Tutto iniziò a cambiare negli anni '80, quando le squadre iniziarono introdurre la figura dello "Strenght and Conditioning Coach". Poichè ogni attività sul campo era comunque vietata dalla NFL durante la off season, questi coach iniziarono ad andare dai giocatori, uno per uno, casa per casa, presentando un programma di preparazione fisica e di dieta alimentare da seguire durante la offseason, per arrivare al training camp in una forma fisica almeno decente.
La svolta definitiva arrivò nel 1993, con il famoso contratto che definì Free Agency e Salary Cap, che sono alla base della NFL come la conosciamo oggi. Dopo lo sciopero del 1987, l'associazione giocatori venne "decertificata" dalla NFL, per cui le squadre non avevano più ina controparte con cui contrattare e discutere le cose, ed iniziarono a trasformare i minicamp obbligatori per i rookies dopo il draft, in veri e propri minicamp per tutti. Non erano obbligatori per i veterani, i quali erano però più o meno velatamente invitati a partecipare "per il loro bene".
La contrattazione del 1993, con la NFLPA nuovamente a pieno regime, cercò di sanare la situazione. Le squadre misero sul tavolo la necessità di organizzare delle attività extra oltre al minicamp obbligatorio dopo il draft che esisteva all'epoca, perchè con la free agency e tutti questi giocatori che cambiavano squadra, la prima settimana del camp di Agosto praticamente andava via solo per il processo di orientamento dei nuovi, togliendo, così, risorse al training camp vero e proprio. I giocatori risposero con la richiesta di abolire tutte le attività off season. Si trovò, quindi, una via di mezzo che è rappresentata, all'incirca, dall'organizzazione attuale degli OTA.
La regola principale è che durante tutte le fasi dell'OTA non ci deve essere contatto, gli scrimmage sono vietati e tutto deve avvenire senza casco e paraspalle. Dopo alcuni aggiustamenti negli anni (e qualcuno che, per fare il furbetto si è ritrovato con degli infortuni anche seri), oggi gli OTA sono organizzati per periodi.
Nel primo periodo si fa solo attività atletica e pesistica. Install, Drill, o qualsiasi attività di coaching sono vietate. La prima fase dura quattro settimane, per non più di quattro ore al giorno. La seconda fase aggiunge anche delle attività sul campo divisi per reparti con i propri coach specifici. Nessuna attività offense contro defense permessa. La terza fase diventa un allenamento vero e proprio, ma senza drill individuali offense contro defense. Al massimo si possono fare 7-on-7 o 11-on-11 sempre senza protezioni nè contatto. Gli allenamenti della fase tre sono nove, non più di tre a settimana e non nei weekend.
Al termine degli OTA, è possibile svolgere un minicamp in cui si inizia ad installare ciò che si farà nella prima settimana di training camp (sempre, ovviamente, senza contatto nè protezioni).
Per chiudere, vi chiederete cosa impedisca ad un coach di fare contatto, o di fare esercizi vietati durante gli OTA. Beh, ogni allenamento viene filmato, ed i video vanno inviati obbligatoriamente alla NFL, dove c'è un esercito di omini deputati a guardare tutti (!!!) i video degli allenamenti e riportare eventuali infrazioni del regolamento.
Il Grande Fratello vi accompagna per tutte gli OTA: non dimenticatelo!
(Massimo Foglio in esclusiva per la newsletter)
Huddle Classic è il podcast di Huddle Magazine dedicato alla storia del football americano, potete ascoltarlo QUI.
Il ruggito della tigre
Louis Rees-Zammit, ala del Gloucester e della nazionale gallese, ha deciso di abbandonare il rugby, non necessariamente in modo definitivo, per accettare l’invito a far parte della NFL International Player Pathway (IPP) e firmare con i campioni in carica Kansas City Chiefs.
A 23 anni la star gallese del rugby ha deciso di affrontare questa nuova sfida che lo vedrà provare a cimentarsi nel ruolo di RB/WR; dal canto loro i Chiefs potranno usufruire della possibilità che concede l’IPP: il giocatore potrà entrare nei 53 a roster ed eventualmente tornare nella Practice Squad, dove non conterà nel totale dei posti a disposizione, nel caso non sia pronto, dandogli modo e tempo di affrontare la transizione tra questi due sport.
Atleta straordinario che ha corso le 40 yard in 4,44 secondi nel Pro Day davanti agli scout di Browns, Jets, Broncos e Chiefs, è alto 190 cm per 90 kg; nei prossimi giorni affronterà, alla IMG Academy in Florida, un programma intensivo di 10 settimane per imparare le basi del football americano.
La transizione si prospetta tutt’altro che facile, perché, nonostante i due sport siano spesso accomunati per la similitudine dei relativi palloni agli occhi degli osservatori occasionali, sono due discipline molto diverse sia dal punto di vista tecnico che tattico.
Rees-Zammit ha dichiarato che ha sempre pensato prima o poi di tentare questo passaggio, vista l’influenza del padre che in Galles aveva giocato a football americano e gli aveva sempre fatto seguire questo sport, ma di sicuro deve avere inciso nella scelta anche il lato economico; infatti si vocifera che il giocatore firmerà un contratto triennale da circa 900.000$ annui, molto superiore ai 380.000$ offerte dal Glouchester per rimanere, con addirittura una parte garantita, cosa inusuale per un giocatore dell’IPP. Questo fa pensare che i Kansas City Chiefs puntino molto sul giocatore e abbiano elaborato un contratto con una serie di bonus che si attiveranno nel momento in cui l’ex rugbista entrerà a tutti gli effetti a far parte dei 53 giocatori a roster, anche perché, nel momento in cui sarà elevato a tale ruolo, perderà le protezioni che gli garantisce l’IPP e diventerà a tutti gli effetti tagliabile secondo le modalità economiche previste dal suo specifico contratto.
La speranza di Rees-Zammit è ovviamente quella di ripercorrere la strada di Jordan Mailata dei Philadelphia Eagles, di Efe Obada dei Washington Commanders e di Jakob Johnson dei Las Vegas Raiders, che sono riusciti a fare il salto dalla IPP ad un ruolo stabile in NFL. Non ci resta che seguirlo con curiosità e vedere se, in caso di transizione positiva, altri colleghi seguiranno le sue orme attratti da un mercato a stelle e strisce sempre più ricco.
(Giorgio Prunotto in esclusiva per la newsletter)
In chiusura
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