La Free Agency NFL
Benvenuto ad una nuova uscita (43/2024) della newsletter di Huddle Magazine
Da una settimana siamo entrati nel periodo dedicato alla free agency che ci accompagnerà fino al Draft di Detroit di fine aprile. Inizio scoppiettante, tanti giocatori importanti che hanno trovato una nuova squadra, ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
Buona lettura!
Il ruggito della tigre
Siamo nel bel mezzo della free agency e tutti i tifosi cercano di capire quanti “buchi” ha ancora il loro roster e come sarà possibile colmarli con qualche veterano da prendere a poco prezzo o con qualche rookie da scegliere al draft.
Soprattutto la prima settimana di free agency è quella che più ci fa sognare, dove si chiudono gli affari più importanti e vengono firmati i contratti più onerosi, ma molto spesso sono proprio questi acquisti impulsivi a rivelarsi dei pessimi affari e allora andiamo ad analizzare gli ultimi 4 anni per vedere chi ha speso meglio i propri soldi. Lo faremo confrontando gli AV dei free agent presi dalle varie squadre dal 2020 al 2023, basandoci su una tabella i cui numeri sono stati ricavati da un articolo di Daniel Popper su The Athletic.
L’Approximate Value (AV) è un parametro, inventato da Doug Drinen, per cercare di riassumere in un solo numero il rendimento stagionale di un giocatore, indipendentemente dal suo ruolo, che si ottiene, semplificando, da un’interpolazione tra il numero di partite giocate da titolare e il numero di Pro Bowl fatti.
Come salta subito all’occhio, sono stati i Cincinnati Bengals ad ottenere i migliori benefici dalle ultime free agency, a testimonianza dell’approccio più aggressivo in questa fase di costruzione del roster da parte di una squadra che, storicamente, usava solo il draft per acquisire giocatori, esattamente come continuano a fare i Green Bay Packers, che infatti sono ultimi in questa graduatoria.
Le scale di colore ci aiutano ad avere una visione immediata di chi ha speso di più (rosso) e chi ha speso di meno (verde), ma soprattutto, andando ad analizzare l’ultima colonna, possiamo capire chi ha speso meglio (verde).
Packers e Cowboys, che si sono mosse poco in free agency, hanno però dimostrato di aver investito bene puntando su giocatori mirati che hanno reso molto. Al contrario, Jets, Broncos, Jaguars e Giants hanno commesso moltissimi errori di valutazione sui free agent presi e i risultati sul campo sono andati di pari passo.
Questi numeri ci dimostrano come la free agency è un’arma a doppio taglio in una lega dotata di salary cap, perché se dei buoni acquisti riescono a farti risalire in fretta la classifica come han fatto i Texans che, con Caserio come General Manager, hanno preso negli ultimi tre anni ben 53 free agent, di gran lunga più di tutti nella lega, dall’altro possono affossarti e compromettere il tuo futuro al punto che nemmeno un buon draft potrà bastare a risollevarti.
Questo è il motivo per cui io diffido sempre delle campagne acquisti fatte solo con nomi altisonanti e credo che i campionati si vincano con quei free agent di medio basso livello che, inseriti nel contesto giusto, fanno funzionare il meccanismo di una squadra, esattamente come quelli che le squadre stanno scegliendo adesso che la prima settimana di free agency si è conclusa.
(Giorgio Prunotto in esclusiva per la newsletter)
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Huddle Classic in pillole
Sono giornate frenetiche, quelle dell'inizio del nuovo anno sportivo della NFL, perchè coincidono con l'inizio della Free Agency, cioè quel periodo in cui i giocatori cambiano casacca, ottengono contratti più lucrativi, se ne vanno da squadre che non sopportano più (o viceversa) e via discorrendo.
Quello che vediamo oggi è il maggior grado di libertà che i giocatori NFL abbiano mai avuto nella loro storia, ed è anche per questo che, negli anni recenti, nei primi giorni di free agency si fatica a star dietro a tutti i trasferimenti, da quanti sono. La Free Agency come la conosciamo oggi, è una conquista relativamente recente, però, arrivata verso la fine del secolo scorso. Ma andiamo per ordine.
Fin dai tempi del primo professionismo, anche prima della nascita della NFL, essere giocatori pro significava firmare un vero e proprio contratto a tempo indeterminato con la squadra. Spesso i contratti venivano risolti per lo scioglimento della quadra, visto che era prassi molto comune che le squadre durassero dalla sera alla mattina, ma per quei giocatori che firmavano per franchigie solide e durature, significava legarsi a vita a quella squadra, a meno che il proprietario decidesse di scambiare il giocatore con un’altra squadra, scambio a cui il giocatore poteva opporsi solamente in una maniera: smettendo di giocare (ma erano previste penali anche per questa evenienza).
Intorno agli anni '40 del '900, poco dopo la Seconda Guerra Mondiale, i contratti divennero a tempo determinato, ma venne introdotto una sorta di vincolo, che permetteva alle franchigie NFL di mantenere i diritti sul giocatore per un anno dopo la scadenza del contratto. Pur essendo una regola introdotta nel 1947, il primo giocatore ad usufruire della possibilità di cambiare squadra a parametro zero (come si direbbe oggi) e dopo l'anno di vincolo, fu R.C. Owens, che passò da San Francisco a Baltimore nel 1961.
A San Francisco non andò giù di perdere il giocatore a zero, e l'allora Owner Vic Morabito convinse il Commissioner Pete Rozelle e l'associazione giocatori ad introdurre una regola che stabiliva l'assoluta discrezionalità del Commissioner nel decidere una compensazione equa per la squadra che perdeva il giocatore. Per una decina d'anni, dunque, Pete Rozelle stabilì a suo piacere le compensazioni dovute alle squadre che perdevano i free agent. Questa compensazione, spesso da pagarsi da parte della squadra acquirente, frenava molto il mercato. Nel 1976 una causa intentata dalla NFLPA rese illegale la Rozelle Rule, e la NFL corse ai ripari dando la possibilità alla squadra che perdeva il free agent di pareggiare l'offerta della nuova squadra, nel qual caso il trasferimento veniva annullato.
L'ulteriore evoluzione di questa regola, permise alle squadre, a cominciare dal 1989, di fornire un elenco di 37 giocatori che non potevano essere liberamente ingaggiati dalle altre squadre, portando di nuovo alla paralisi del mercato giocatori. A risolvere tutto ci pensò una sentenza di tribunale, che permise a quattro giocatori "protetti" di accasarsi altrove in barba alla regola vigente.
Erano gli ultimi colpi di coda del potere dei proprietari sui giocatori. A seguito di quella sentenza, nel 1993 la NFL si vide costretta a negoziare con la NFLPA una sorta di libera tutti controllato che, seppur evoluto nel tempo, rispecchia la situazione odierna in cui a fine contratto chiunque può andare in qualsiasi squadra(co regole e restrizioni, ma decisamente in maniera più libera di quanto non fosse fino a fine anni '80.
(Massimo Foglio in esclusiva per la newsletter)
Huddle Classic è il podcast di Huddle Magazine dedicato alla storia del football americano, potete ascoltarlo QUI.
Dal sito
Se, e come, cambierà il kickoff NFL lo spieghiamo QUI. Abbiamo fatto il resoconto di un anno di Game Pass su DAZN, lo trovate QUI. Chris Jones è il Defensive Tackle più pagato nella NFL, QUI dettagli e considerazioni. L’elenco delle Compensatory Pick per il Draft è QUI. Si ritira, a sorpresa, o forse no, Aaron Donald, QUI un resoconto della sua carriera. 10 stadi creati come fossero in film o serie TV, QUI le immagini. Il riassunto di week 3 della IFL lo trovate QUI.
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La strada verso il Draft
E’ entrato a regime il nostro progetto dedicato all’anali dei prospetti che si presenteranno al Draft di Detroit di fine aprile. QUI trovate le schede pubblicate e QUI il podcast settimanale.
Comment-Ale
Alessandro Taraschi ci dice la sua su un argomento prolato senza aver paura di inimicarsi i poteri forti :-) In questo numero le firme preferite di questo inizio di free agency.
L’angolo del Salerio
La free agency NFL è iniziata ufficialmente soltanto il 13 marzo, ma in questi primi giorni di trattative non possiamo proprio dire di esserci annoiati. Tantissime, infatti, sono le pedine a essersi spostate sulla scacchiera della Lega, andando a modificare i lineamenti di diverse franchigie. Si parte a sorpresa con qualche "contrattone" da urlo, finito soprattutto nelle tasche... degli uomini di linea difensiva: i Chiefs campioni in carica hanno confermato Chris Jones con un quinquennale da 160 milioni di dollari, Justin Madubuike è rimasto ai Ravens con un quadriennale da 98 milioni, mentre i Raiders hanno strappato Christian Wilkins ai Dolphins con 110 milioni sul piatto per i prossimi quattro anni. L'affare più oneroso, però, ha riguardato un quarterback: Kirk Cousins ha lasciato i Vikings per accasarsi ai Falcons, con un ricchissimo quadriennale da 180 milioni in totale.
Anche Baker Mayfield ha toccato la tripla cifra, firmando un triennale da 100 milioni per restare ai Buccaneers, mentre Russell Wilson e Sam Darnold hanno preso la via di Steelers e Vikings con un annuale. Pittsburgh ha anche aggiunto Justin Fields, fuggito da Chicago, destinata a scegliere un quarterback con la prima scelta al Draft. In attesa dei fuochi d'artificio, con Justin Jefferson tra i nomi in scadenza, il mercato dei wide receiver ha dato qualche prima scintilla: Mike Evans e Michael Pittman sono rimasti a Buccaneers e Colts, Calvin Ridley ha firmato per 92 milioni in quattro anni ai Titans, Marquise Brown sarà per almeno un anno alla corte di Patrick Mahomes, mentre i Bears si sono assicurati Keenan Allen dai Chargers per una quarta scelta al Draft. Tante mosse a domino, invece, hanno riguardato i runningback: i Ravens hanno acchiappato Derrick Henry, lasciando i Titans con Tony Pollard; i Giants hanno visto partire Saquon Barkley in direzione Eagles e l'hanno sostituito con Devin Singletary, il cui posto ai Texans è stato occupato da Joe Mixon, mentre D'Andre Swift è finito ai Bears. Attenzione anche a Austin Ekeler, andato a rinforzare i Commanders, e a Josh Jacobs ai Packers, unico contratto di quattro anni di durata.
Tanti sono stati i nomi caldissimi anche tra i difensori. Texans e Vikings hanno "scambiato" defensive end, ottenendo gli uni Danielle Hunter e gli altri Jonathan Greenard, con Houston ad aggiungere al novero anche Denico Autry. Tra i libebacker, invece, i migliori colpi riguardano Frankie Luvu, accasatosi ai Commanders, e Patrick Queen, passato da Ravens a Steelers, acerrimi rivali di Division. Il miglior affare nel front seven, però, è probabilmente quello dei Giants, che per una seconda e una quinta scelta al Draft hanno ottenuto Brian Burns dai Panthers. In secondaria invece, ancora Chicago ha scelto bene, con i 76 milioni per quattro anni a Jaylon Johnson, i Dolphins si sono assicurati Kendall Fuller, mentre i Packers hanno messo le mani su Xavier McKinney. Tanti franchise tag di valore hanno frenato possibili altri movimenti, dal linebacker Josh Allen dei Jaguars al cornerback L'Jarius Sneed dei Chiefs fino alla safety Antoine Winfield dei Buccaneers. Infine, un paio di innesti superlativi tra gli special team: il kicker Brandon McManus è finito ai Commanders, il punter Tommy Townsend ai Texans.
(Alessio Salerio in esclusiva per la newsletter)
In chiusura
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