Finalmente inizia la stagione NFL
Benvenuto ad una nuova uscita (52/2024) della newsletter di Huddle Magazine.
Tra esattamente una settimana inizia la stagione NFL con la prima partita di preseason, l’Hall of Fame Game tra Houston Texans e Chicago Bears. Probabilmente non vedremo in campo i due giocatori nell’immagine, ma fa niente, il football è tornato sui campi da gioco :-)
Buona lettura.
L’angolo del Salerio
Ormai tutte le squadre NFL hanno ormai dato il via ai propri training camp estivi. Come ogni anno, questo periodo porta con sé dubbi e incertezze per tante franchigie, in particolare per quanto riguarda i titolari tra i quarterback. In tanti ormai procedono con il pilota automatico: in AFC dai Chiefs di Patrick Mahomes a Bills di Josh Allen e Ravens di Lamar Jackson, in NFC alcune situazioni sono cambiate nelle ultime stagioni, portando a un evidente miglioramento, come per i Lions di Jared Goff, mentre altre si sono assestate un po' a sorpresa, per quanto efficacemente, come per i 49ers di Brock Purdy.
Potremmo tranquillamente inserire nella lista anche i Packers di Jordan Love, che a gennaio li ha trascinati fino a un inatteso Divisional Round. Non fosse per la decisione del quarterback di non partecipare ai training camp finché non si troverà un accordo per il rinnovo del suo contratto in scadenza. Al di là delle questioni economiche, però, a tenere banco sono i duelli tra i quarterback "sul campo". A partire dai tanti rookie scelti nelle primissime posizioni dello scorso Draft: Caleb Williams sarà titolare dei Bears fin dalla prossima Week 1, senza che Tyson Bagent possa intimorirlo, Jayden Daniels parte avanti rispetto a Marcus Mariota nei Commanders, mentre Drake Maye al momento è leggermente alle spalle di Jacoby Brissett nelle gerarchie dei Patriots.
Tra i quarterback scelti al primo giro, anche J.J. McCarthy sta rapidamente guadagnando consensi in casa Vikings, anche se non dovrebbe togliere il posto a Sam Darnold, almeno in Week 1. Corsa a tre, con il rookie Bo Nix di poco favorito al momento, tra i Broncos, che contano anche Jarrett Stidham e Zach Wilson in corsa per lo spot da titolare. Infine, Michael Penix Jr, prima scelta controversa dei Falcons, non dovrebbe trovare spazio nel prossimo futuro, con Kirk Cousins al timone dell'attacco. Al di fuori del Draft, però, ci sono almeno un altro paio di situazioni interessanti, dopo quanto si è mosso tra trade e free agency: ai Raiders è Aidan O'Connell il favorito, con Gardner Minshew a scalpitare nel ruolo di backup, mentre per gli Steelers tocca a Russell Wilson, ma attenzione a quanto potrà fare Justin Fields per provare a ritagliarsi un ruolo da protagonista.
(Alessio Salerio in esclusiva per la newsletter)
Huddle Classic in pillole
Nella NFL moderna è sempre più difficile partecipare ad un training camp senza aver seguito la trafila high school - College - Draft/Undrafted signing. Le franchigie NFL non tengono più gli open tryouts, sostituiti dai cosiddetti "scouting events" dove vengono invitati dei giocatori che vengono considerati dei prospetti utili per arrivare al fatidico numero di 90 giocatori che partecipano al Training Camp.
Ne sa qualcosa Damon Sheey-Guiseppi, che rappresenta l'ultimo caso di un giocatore che si è letteralmente "intrufolato" in uno di questi scouting event per giocarsi le sue carte con la NFL ed il football professionistico. Sono quindi finiti anche i tempi di Vince Papale, immortalato nel film "Invincible" come l'ultimo grande esempio di Walk On di successo nella NFL.
Arrivare all'apice del football professionistico senza aver giocato al College, ad esempio, è praticamente impossibile, anche se i casi recenti non mancano, ma si contano sulla punta delle dita.
Il try out era, invece, molto frequente fino agli anni '60, e ad ogni training camp si presentava sempre un certo numero di persone che, anche assolutamente digiuni di football, volevano provare l'ebbrezza di competere per un posto in NFL. Inutile dire che la maggior parte di essi finivano triturati dal training camp ancor prima di mettere piede in campo per un semplice scrimmage, e solo coloro che avevano comunque alle spalle un passato almeno decente nel football liceale o universitario, arrivavano ad indossare casco e paraspalle per giocarsi la propria chance. Dick Lane è forse il più famoso di questi.
Dopo una discreta carriera alla Anderson (Texas) High School ed una breve apparizione con gli Omaha Rockets della Baseball Negro League, Lane giocò a football un anno nello Scotsbluff Junior College prima di arruolarsi nell'esercito e rimanervi per quattro anni. Dopo i quattro anni di ferma, Lane iniziò a lavorare per una fabbrica di aeroplani, ed ogni giorno, tornando a casa, passava davanti agli uffici dei Los Angeles Rams. Un giorno decise di fermarsi, entrare e chiedere se potesse fare un provino per i Rams. Ci volle davvero poco per impressionare gli scout e, soprattutto, l'Head Coach Joe Stydahar, che gli diede immediatamente un posto in squadra dopo averlo visto all'opera nello scrimmage di fine allenamento.
Iniziava così la carriera leggendaria di Dick "Night Train" Lane, uno dei più grandi defensive back che la storia del football ricordi, membro dell'All-Time Team per il 50esimo, 75esimo e 100esimo anniversario della NFL, membro della Arizona Cardinals Ring of Honor, della Detroit Lions Pride e, infine, della Hall of Fame della NFL, in cui venne inserito nel 1969.
(Massimo Foglio in esclusiva per la newsletter)
Huddle Classic è il podcast di Huddle Magazine dedicato alla storia del football americano, potete ascoltarlo QUI.
Dal sito
Continuano le pubblicazioni delle Preview 2024 delle squadre NFL, quelle già online le trovate QUI. Dopo tanti tanti anni la NCAA torna su EA Sports, QUI tutto su College Football 25. I Milano Seamen perdono contro i Enthroners (QUI l’analisi) e decidono di cambiare QB. White Warrior è la nuova divisa alternativa dei Vikings, QUI i particolari. QUI qualche mascotte NFL del passato.
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Comment-Ale
Alessandro Taraschi ci dice la sua su un argomento prolato senza aver paura di inimicarsi i poteri forti :-) In questo numero: la TOP 10 NFL prima dei training camp.
Il ruggito della tigre
Il vicepresidente esecutivo NFL, Troy Vincent, continua a dichiarare che la NFL combatte costantemente contro il nepotismo nei coaching staff. Ma come sta andando questa battaglia? Nel 2022 12 head coach su 34 (2 sono stati coach ad interim) erano imparentati con altri coach nella lega; l’anno prossimo saranno 9 su 32. Se estendiamo l’analisi all’intero coaching staff delle varie franchigie arriviamo a circa il 13% di addetti imparentati con coach NFL.
Nei casi di figli che hanno seguito le orme dei padri, quasi il 50% ha iniziato la carriera proprio nella stessa squadra in cui il genitore era head coach, anche se magari a livello di college come nel caso dei fratelli Harbaugh (Jim a Western Kentucky e John a Western Michigan). Un esempio inverso nella prossima stagione sarà quello di Brian Callahan, head coach dei Tennessee Titans, che ha chiesto aiuto al padre Bill per sistemare la linea offensiva.
Tornando al tema fratelli allenatori abbiamo Zac Taylor, head coach dei Bengals, e Press Taylor, offensive coordinator dei Jaguars, con Zac che è anche il cognato dell’ex HC dei Packers, Mike Sherman; Matt LaFleur, head coach proprio dei Packers, e il fratello Mike, offensive coordinator dei Rams, sono figli di Dennis, ex giocatore e assistente difensivo universitario. Il patrigno di McDaniels, head coach dei Dolphins, è un video coordinator dei Broncos; Antonio Pierce, head coach dei Raiders, ha assunto suo figlio De’Andre nel suo staff e non è nemmeno l’unica coppia padre-figlio della squadra vista la presenza di Marvin Lewis come assistant head coach e del figlio Marcus come assistant linebacker coach. L’elenco sarebbe ancora lungo, ma di certo non si possono non citare due esempi di successo come quello di Sean McVay, il cui nonno è stato a lungo general manager dei 49ers e lo ha aiutato a ottenere il primo lavoro sotto Jon Gruden ai Tampa Bay Buccaneers e la coppia Mike e Kyle Shanahan che ha regalato molte vittorie rispettivamente a Broncos e 49ers.
Questi esempi dimostrano che per entrare in un coaching staff NFL bisogna avere necessariamente le conoscenze giuste che si possono aver maturato o da giocatori come Dan Campbell, ex linebacker nei Saints e nei Lions, che è diventato prima assistant head coach a New Orleans e poi head coach a Detroit; o da allenatori a livello collegiale come David Canales che a USC ha conquistato la fiducia di Pete Carroll che lo ha poi portato in NFL a Seattle; oppure grazie a rapporti parentali o amicali.
La fiducia è sempre alla base di queste opportunità concesse ed è umano che sia così, per cui in tal senso ritengo ancora forte il nepotismo presente in NFL, ma questo non garantisce di fare carriera in una lega così competitiva, perché un conto è riuscire a entrare nel giro e restarci con un ruolo marginale, ma se non si è bravi abbastanza è difficile rimanerci e soprattutto ambire a posizioni di rilievo in un coaching staff professionista.
(Giorgio Prunotto in esclusiva per la newsletter)
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Le T-SHIRT di Huddle Magazine
Finalmente sono arrivate anche le T-SHIRT, sia generaliste che dedicate alle squadre NFL. Trovate tutto QUI.
Analitichiamo
Nel guardare una partita di football ci sono delle azioni che istintivamente, senza alcuna analisi, possiamo intuire come possono terminare. Ad esempio la logica suggerisce che un lancio di 30 yard è più difficile da completare e più facile da intercettare rispetto ad uno di 5 yard. Ma davvero è cosi?
Oggi andremo ad analizzare questo aspetto con un grafico che mostra l'andamento della percentuale di completo e di intercetto dei passaggi nella NFL, in funzione della distanza in air yard, per le stagioni dal 2016 al 2023.
Sull'asse delle ascisse abbiamo la distanza in air yard, mentre sull'asse delle ordinate la percentuale di completo/intercetto. Inoltre, nel grafico sono presenti due linee: una linea Blu, che rappresenta la percentuale di completi ed una linea Rossa, che rappresenta la percentuale di intercetti.
Questa analisi fornisce una panoramica interessante su come la distanza del passaggio influenzi la probabilità di completo e di intercetto.
La percentuale di completi è molto alta, con valori intorno all'80%, per quei giochi con air yard negative, ad esempio gli screen. Come previsto il valore scende progressivamente rimanendo sopra il 50% dentro le 20 air yard. Per distanze più lunghe, oltre le 30 air yard, la percentuale si stabilizza nell'intorno del 25-30%.
Se le possibilità di completo scendono, quelle di intercetto si incrementano in modo costante. I valori sono molto contenuti per le brevi e medie distanze, mentre toccano picchi del 10% quando arriviamo nell'intorno delle 50 air yard.
Compito degli Head Coach ed Offensive Coordinator trovare il giusto mix di passaggi corti e sicuri oppure più lunghi, ma decisamente più rischiosi.
(Andrea Casiraghi in esclusiva per le newsletter)
In chiusura
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