Euforici e Depressi
Benvenuto ad una nuova uscita (30/2023) della newsletter di Huddle Magazine.
Due settimane di NFL alle spalle, poche per dare giudizi sensati, ma qualche piccola considerazione possiamo cominciare a farla. Nove squadre sono euforiche senza sconfitte, due nella AFC e sette nella NFC di cui tre + tre provenienti dalla stessa Division. Alcune sono certezze, altre sorprese come i Commanders e i Buccaneers (da qui la copertina per il “nostro” Bakerone Mayfield). Le squadre depresse sono quelle senza vittorie, nove anche loro, e anche qui abbiamo delle soprese come Bengals, Chargers e Vikings, riusciranno a rialzarsi? Lo scopriremo settimana dopo settimana. Nella NCAA invece impazza il ciclone Deion Sanders con i Buffaloes di Colorado, anche loro imbattuti e costantemente al centro dell’attenzione dei media.
Prima di passare alle letture di questo numero della newsletter un ringraziamento a Tommaso Molteni, autore dei nostri nuovi logo.
L’angolo del Salerio
Bengals, Broncos, Chargers, Patriots, Texans in AFC e Bears, Cardinals, Panthers e Vikings in NFC: è questa la lista delle nove squadre che, dopo Week 1 e Week 2, restano ancora senza vittorie da festeggiare. Un novero variegato, tra sorprese inattese e squadre che, invece, potevano pronosticare qualche difficoltà iniziale. Senz'altro in pochissimi, però, avrebbero pensato di leggere il nome di Cincinnati in cima all'elenco, soprattutto per come queste due sconfitte sono maturate. Anche perché, al di là del problema al polpaccio di Joe Burrow, da tenere in seria considerazione, i numeri e il destino sembrano essere avversi a una possibile cavalcata dei Bengals, attesi tra le assolute protagoniste alla vigilia della stagione.
Una prima impresa Cincinnati l'aveva compiuta nella scorsa regular season, risalendo dallo 0-2 iniziale fino ai playoff, ma nessuna squadra fino a oggi ci è mai riuscita in due stagioni di fila e ventidue delle trentadue totali, compresa la franchigia dell'Ohio, non superano la singola volta nella loro storia. Non che sia una novità per i Bengals, arrivati in Week 3 senza successi per 20 volte in 56 annate totali in NFL, ma, prima del 12-4 del 2022, il miglior risultato era stato un 8-8. Da quando nel 2021 si giocano 17 partite in stagione, per altro, nessuno è risalito dallo 0-2 fino alla post-season, al di fuori ovviamente di Cincinnati l'anno scorso. Non bastasse, entrambe le debacle sono arrivate contro avversarie di Division, Browns e Ravens, e nessuno, dai Patriots del 1996, è riuscito poi a sistemare un simile scenario negativo.
A preoccupare, però, non sono soltanto questioni di numeri o cabala. I Bengals finora hanno messo a segno appena due touchdown offensivi, entrambi nel secondo tempo della seconda partita contro Baltimore, e Burrow è crollato a 1-7 nelle prime due partite stagionali giocate fin qui in carriera. Il problema fisico di cui soffre resta rilevante ed è messo in ulteriore evidenza dalle 152 passing yard di media fin qui, 4.2 a giocata con il 56.9% di lanci completati e 3 sack subiti. Sono le parole del quarterback, però, a incutere ancora maggior timore: «Non so come mi sentirò nei prossimi giorni, al momento sono piuttosto dolorante», ha detto dopo la partita contro i Ravens. Burrow avrà modo di recuperare, perché Cincinnati scende in campo nel secondo Monday Night di Week 3 contro i Rams, ma un'eventuale nuova sconfitta potrebbe essere il punto di non ritorno: dal 1978 soltanto 6 squadre su 204, tra quelle che hanno iniziato la stagione senza vincere le prime tre partite, sono poi volate ai playoff e, di queste, appena una ha superato il primo turno successivo. I Bengals, però, avevano ben altri programmi.
(Alessio Salerio in esclusiva per la newsletter)
The Playbook Vol IV
È disponibile The Playbook Vol IV, Guida tattica alla NFL 2023. In questa quarta edizione Alberto Cantù e Michele Serra ci raccontano dei Lions, dei Falcons, dei Chargers e tanti altri interessanti argomenti.
Trovate la versione cartacea e Kindle QUI, mentre quella PDF + EPUB + informazioni ed estratto di un capitolo QUI.
Comment-Ale
Alessandro Taraschi ci dice la sua su un argomento prolato senza aver paura di inimicarsi i poteri forti :-) In questo numero la prima impressione di contender e pretender.
Dal sito
Abbiamo scritto una lettera aperta a DAZN con alcuni problemi riscontrati con il Game Pass, potete leggerla QUI. Cronache e rubriche su week 2 NFL le trovate QUI. Habakkuk Baldonado ha trovato un ingaggio nella CFL, QUI tutte le informazioni. La NCAA è arrivata a week 3, QUI il riassunto della giornata. Abbiamo un QB italiano nella NFL, giornata dopo giornata ci racconta la sua avventura QUI.
Analitichiamo
A conclusione della seconda giornata il tema del giocarsi il quarto down non è ancora entrato nella sua fase più calda. Sono sicuro che, come una palla di neve che accresce la propria massa nel scendere da un pendio, anche le discussioni sui quarti down prenderanno gran forza durante la stagione. Oggi, non avendo ancora una base numerica sufficiente per analizzare i dati di quest’anno, possiamo andare a vedere le preferenze degli head coach che guidano una franchigia in questo 2023.
Nella tabella sottostante troviamo la percentuale dei quarti down giocati rispetto a quelli affrontati. Sono presenti 29 dei 32 capo allenatori, in quanto Ryans, Gannon e Steichen sono alla loro prima esperienza ed i dati analizzati coprono il periodo 2016-2022.
Una situazione che possiamo desumere e ben visibile nel guardare le partite è che negli ultimi anni c’è una maggiore propensione a giocare i quarti down alla mano.
Infatti gli head coach con più anni di servizio hanno una media percentuale molto bassa. In questa parte troviamo delle vecchie volpi come Belichick, Carroll e Tomlin, mentre in cima alla classifica si posizionano le nuove leve: Campbell, Stefanski, Sirianni e Staley. E’ una generalizzazione che ha sicuramente delle eccezioni, ma sembra che chi ha preso le redini di una squadra nell’ultimo periodo tenda ad estendere il drive fino all’ultimo down.
Questo non è sinonimo di un “rischio maggiore”, in quanto la scelta di giocare o meno un 4° down viene fatta in presenza dell’aumento della percentuale di vittoria, quindi con un rischio teoricamente minore di perdere la partita.
In questa occasione abbiamo preso i dati nudi e crudi, senza suddivisioni di yards to go, punteggio, tempo, time out, etc, tutte variabili utili con cui creare un modello decisionale e valutare la bontà delle decisioni prese.
Questo potrebbe essere fatto in futuro, ma ora per vedere se l’esito di questi estremi tentativi di conversione in primi down sono andati a buon fine passo la parola al buon Giorgio Prunotto.
(Andrea Casiraghi in esclusiva per la newsletter)
Se state leggendo la newsletter e non siete ancora iscritti cosa aspettate ad esserlo?
Il ruggito della tigre
Arrivare al quarto down vuol dire aver fallito, ma, come al casinò, anche agli allenatori che vogliono rischiare resta ancora una fiche da giocarsi: un ulteriore tentativo per chiudere il down.
Ma quanto effettivamente stanno rischiando? Non così tanto, specie se le yard da conquistare sono poche. Con 1 yard hanno una probabilità di successo del 66%, con 2 il 57%, con 3 il 47%, con 4 il 46%, con 5 il 44%, con 6 e 7 il 43% e con 8 il 39%. Oltre questa distanza siamo sotto il 30% e comunque la statistica diventa meno significativa perché il numero di tentativi rende il campione di analisi poco rilevante.
Ma questi sono i dati cumulativi, mentre da un allenatore all’altro i risultati sono molto differenti come si vede dalla tabella sottostante:
Andando ad analizzare i numeri degli head coach, in carica nel 2023, che dal 2016 al 2022 hanno ricoperto quel ruolo per almeno una stagione, si possono trarre le seguenti considerazioni:
- guidano la classifica due vecchie volpi come Payton e Reid che sono gli unici due allenatori con un esito favorevole superiore al 60%;
- tre allenatori giovani come Campbell, Stefanski e Staley hanno mostrato la loro aggressività con più di 30 tentativi a stagione, ma con fortune differenti l’uno dall’altro, avendo raggiunto rispettivamente il 53, 45 e 60% di esiti favorevoli nei tentativi di conversione del quarto down fatti;
- con l’eccezione di Saleh, Allen e Eberflus tutti gli allenatori hanno superato il 45% di esiti positivi e 19 su 29 hanno superato il 50%, rendendo a tutti gli effetti maggiore la probabilità di riuscita rispetto a quella di insuccesso.
L’impressione è che in termini di numero di tentativi vedremo un costante aumento di quarti down giocati alla mano, con probabilmente pacchetti opportunamente studiati per guadagnare 1 o 2 yard come, ad esempio, la tecnica di spinta degli Eagles.
Se opportunamente supportato dai numeri e inquadrato correttamente nell’andamento della partita, con un’accurata valutazione del momentum, osare maggiormente nei quarti down può essere davvero un’arma in più, soprattutto per squadre con difese deboli che affrontano attacchi forti, perché la ricetta migliore per vincere contro i quarterback forti è sempre quella di tenerli il più possibile fuori dal campo.
(Giorgio Prunotto in esclusiva per la newsletter)
Il Foglio della statistica
Dopo due giornate di campionato, sono 2106 i passaggi diretti verso un ricevitore (ricordiamo che gli intentional grounding, gli incompleti fuori dal campo, gli spike, sono conteggiati come incompleti, ma non come "target"), e di questi 1446 sono stati ricevuti, per una percentuale di 68,7 di completi.
I ricevitori intesi sono stati 312, e di questi 288 hanno ricevuto almeno uno dei palloni loro indirizzati, mentre i restanti 24 non hanno effettuato ricezioni. Kayshon Boutte (New England) e Marquise Goodwin (Seattle) si dividono il dubbio onore di aver mancato tutte e quattro le ricezioni che avrebbero potuto effettuare.
Suddividendo questi dati per le 32 squadre che compongono la NFL, possiamo dire che i quarterback hanno distribuito la palla in media tra 9,75 giocatori della propria squadra, ed ognuno di questi ha avuto in media 6,75 palloni lanciati verso di lui.
Questi numeri, pur interessanti, ci dicono poco, però, sulla reale distribuzione dei palloni dei quarterback nei confronti dei propri ricevitori. Si, sappiamo che tra i primi cinque ricevitori in classifica per ricezioni effettuate, Puka Nacua (Los Angeles Rams) 25, Justin Jefferson (Minnesota) 20, Stefon Diggs (Buffalo) 17, Tyrek Hill (Miami) e Michael Pittman (Indianapolis) 16, se consideriamo i targets (cioè i passaggi indirizzati verso questi ricevitori) Nacua e Jefferson stazionano ai primi due posti, ma STefon Diggs scende al sesto, sopravanzato da Hill e Pittman ma anche da Keenan Allen (Los Angeles Chargers) solamente ottavo nelle ricezioni.
Ancora, questi numeri ci dicono poco, se non che questi ricevitori sono molto bravi a ricevere una grande quantità dei tanti palloni che gli vengono lanciati.
C'è, quindi, ancora un passaggio da fare, e cioè analizzare quanti target ogni ricevitore riceve in percentuale agli snap giocati. Perchè ovviamente chi gioca di più avrà più target, rispetto a chi gioca di meno, e non solo per banali questioni di gerarchie di depth chart, ma anche, banalmente, perchè un attacco sta in campo più o meno di un altro, ed i giocatori di quell'attacco hanno meno o più snap a disposizione e meno o più possibilità di vedersi lanciare il pallone.
In questa particolare classifica, il primo tra tutti risulta ancora essere Puka Nacua, con 35 target su 132 snap giocati per un target rate di un target ogni 3,8 snap. Secondo è Tyrek Hill con un target rate di 4,1, e poi spunta Jaylen Reed (Green Bay) che con i suoi 13 target su 60 snap totalizza un notevole 4,6 di Target Rate (peccato che sia intorno al 50% di ricezioni rispetto ai target, ma questo è un altro discorso).
Qui di seguito potete trovare la tabella dei primi 52 ricevitori ordinati per target rate. (tabella compilata dall'utente Reddit Blue & Yellow #29)
(Massimo Foglio in esclusiva per la newsletter)
In chiusura
Avete amici che si stanno avvicinando al nostro fantastico sport? Bene, sul nostro canale YouTube, tra le tante cose, abbiamo un video sui ruoli in attacco e in difesa.
Dove siamo? Dappertutto o quasi :-) Oltre al sito web ci trovate su Twitter, YouTube, Facebook, Instagram e Twitch. Abbiamo una chat su Telegram con oltre 1500 iscritti nella quale discutere di football. QUI trovate i nostri podcast e QUI i nostri libri.