E' tempo di Playoff NFL
Benvenuto ad una nuova uscita (38/2024) della newsletter di Huddle Magazine
Dopo 18 settimane di gioco siamo finalmente arrivati ai Playoff. 14 squadre avranno almeno una partita da giocare, 18 invece si gusteranno lo spettacolo dal divano di casa. Come ogni anno ci sono state sorprese e delusioni, squadre che non credevamo di poter vedere in campo a metà gennaio e altre che invece credevamo sicure di un posto nella post season, è il bello della NFL, una delle cose che ci piace di questo sport.
I delusi staranno già pensando al Draft di Detroit, a chi scegliere, a quale giocatore può ribaltare le sorti di una stagione non positiva, buona fortuna :-)
Buoni Playoff NFL a tutti!
L’angolo del Salerio
La regular season è terminata da qualche giorno e già pensieri e sogni di tutti gli appassionati sono partiti verso i playoff. Prima di dedicarsi interamente alla corsa verso il Super Bowl, però, è utile trarre bilanci da ciò che è stato fin qui il 2023 in NFL. In particolare, è un'evidenza a balzare all'occhio: il ruolo del quarterback, se possibile, ha assunto una centralità ancor più imprescindibile per una squadra di successo. Tra le 14 che hanno guadagnato la post-season, infatti, soltanto tre hanno utilizzato un QB diverso dal titolare per almeno 50 snap in stagione.
Una di queste squadre sono i Texans, che però hanno dovuto rinunciare allo straordinario C.J. Stroud soltanto per un paio di partite, affidate a Case Keenum (53 snap) e Davis Mills (39). Anche Matthew Stafford ha lasciato la guida dei Rams per due sfide, ma né Carson Wentz (24) né Brett Rypien (38) hanno superato la fatidica quota. Le rispettive leader di Conference, Ravens e 49ers, hanno sostituito Lamar Jackson e Brock Purdy praticamente soltanto in Week 18, come la grande maggioranza delle qualificate ai playoff. Alcune altre, come Buccaneers e Lions in NFC e Bills in AFC, non hanno lasciato spazio ai backup, con Baker Mayfield, Jared Goff e Josh Allen in campo praticamente in qualsiasi occasione, o addirittura in ogni singolo snap offensivo come quest'ultimo.
Due sono i casi davvero insoliti in questo elenco. Si parte con i Browns, che hanno ottenuto il settimo miglior record in stagione, il quarto di Conference, nonostante abbiano cambiato ben cinque starting quarterback. Al di là di Jeff Driskel, protagonista soltanto nell'ininfluente Week 18, i deludenti Dorian Thompson-Robinson (60/112 per 440 yard con 1 TD pass e 4 INT) e P.J. Walker (54/111 per 674 yard con 1 TD pass e 5 INT), il modesto Deshaun Watson (105/171 per 1.115 yard con 7 TD pass e 4 INT) e il superlativo Joe Flacco (123/204 per 1.616 yard con 13 TD pass e 8 INT) si sono alternati al timone offensivo di Cleveland e sono stati leader per passing yard rispettivamente in tre, tre, cinque e sei partite. Flacco, però, sarà certamente titolare ai playoff contro i Texans. Meno complessa, ma anche attualmente meno definita, è la situazione degli Steelers: Kenny Pickett (201/324 per 2.070 yard con 6 TD pass e 4 INT) dovrebbe essere il titolare conclamato, ma la sua regular season non è stata entusiasmante ed è ormai finito alle spalle di Mason Rudolph (55/74 per 719 yard con 3 TD pass), in seguito a un'operazione alla caviglia. In vista del Wild Card Game contro i Bills, una decisione definitiva deve ancora arrivare, con l'unica certezza che Mitchell Trubisky (67/107 per 632 yard con 4 TD pass e 5 INT) non sarà titolare.
(Alessio Salerio in esclusiva per la newsletter)
Comment-Ale
Alessandro Taraschi ci dice la sua su un argomento prolato senza aver paura di inimicarsi i poteri forti :-) In questo numero la griglia playoff fino al Super Bowl.
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Il ruggito della tigre
L’inverno sta arrivando. La frase cult della serie televisiva Il Trono di Spade ben si adatta anche alla stagione NFL in corso. Per la prima volta da quando c’è l’era del Super Bowl e, più in assoluto, per la prima volta dal 1935 la AFC North ha visto tutte le sue squadre finire con un record positivo.
Questo dominio del Nord ha portato le sue squadre di AFC a spadroneggiare anche nelle partite non divisionali:
Baltimore Ravens: 10 – 1;
Cleveland Browns: 8 – 3;
Pittsburgh Steelers: 5 -6;
Cincinnati Bengals: 8 – 3.
Addirittura 3 squadre su 4 sono arrivate ai playoff e di queste solo i Baltimore Ravens, che con 13-4 hanno il miglior record della Lega, son riusciti a compiere questa impresa con il loro quarterback titolare.
Questa è una Division dura, senza fronzoli, con solo stadi all’aperto, dove spesso sono le difese a farla da padrona, basti pensare che il leader dei sack nella lega è T.J. Watt degli Steelers con 19 e il secondo in classifica è Trey Hendrickson dei Bengals con 17,5.
Purtroppo insieme alle appassionanti sfide divisionali, ci sono anche i molti infortuni eccellenti che li accompagnano. Chubb, Watson, Burrow, T.J. Watt, Mark Andrews sono solo alcuni dei campioni che hanno visto finire la loro stagione in una delle sfide con i rivali di Division. Naturalmente spesso è stata solo sfortuna, ma lo stile molto fisico del loro gioco tende a far pagare un prezzo molto alto alle franchigie che la compongono, costringendole spesso ad arrivare ai playoff con lunghe liste di infortunati.
Difesa e running game sono sicuramente due delle caratteristiche che contraddistinguono questo stile di gioco e, senza questi due ingredienti, in AFC North non si va lontano; ne sanno qualcosa i Cincinnati Bengals che quest’anno sono stati deficitari in entrambi gli aspetti, puntando su uno stile più offensivo e incentrato su shotgun e passaggi. Il risultato è stato un record divisionale di 1-5 e il mancato raggiungimento dei playoff nonostante le 9 vittorie in stagione, a dimostrazione che un gioco più spumeggiante può sicuramente funzionare contro le altre squadre della lega, ma non contro delle avversarie il cui primo pensiero è quello di farti giocare male in attacco.
Siamo arrivati ai playoff e l’inverno è giunto, le caratteristiche della AFC North sembrano sposarsi alla perfezione con queste due condizioni ed essendo la NFL una copycat league vediamo se il prossimo anno altre squadre si avvicineranno a questo stile o se rimarrà caratteristico principalmente di questa Division.
(Giorgio Prunotto in escluisiva per la newsletter)
Dal sito
Tutto quanto abbiamo già pubblicato e pubblicheremo sul turno di Wild Card lo trovate QUI. Michigan ha battuto Washington e ha vinto il Championship NCAA, QUI la cronaca della partita. QUI abbiamo parlato di arbitri, ma non come pensate voi. Abbiamo un QB italiano nella NFL, giornata dopo giornata ci racconta la sua avventura QUI.
Huddle Classic in pillole
Qualche settimana fa ha fatto molto discutere l'episodio che ha visto coinvolti il referee della partita Lions - Cowboys e due offensive linemen dei Lions. In quel caso uno dei giocatori doveva andare dal referee per dichiararsi eleggibile nell'azione immediatamente successiva, ma l'arbitro ha fatto confusione, ed ha segnalato l'eleggibilità del giocatore sbagliato. La confusione è stata generata dal fatto che si sono avvicinati al referee diversi giocatori, e non solo quello che voleva dichiararsi eleggibile.
Nella concitazione del momento sono errori che possono capitare, ma non possiamo non pensare a cosa potesse capitare negli anni '50, quando la NCAA decise (diversamente dalla NFL) di tornare indietro sulla decisione di permettere le sostituzioni libere e regolamentarle in maniera piuttosto restrittiva. Nel 1957, ad esempio, tutti i giocatori presenti in campo nella prima azione di ogni quarto potevano essere sostituiti per poi rientrare in campo solo una volta nel corse del quarto stesso. Tenere traccia di queste sostituzioni non era semplicissimo, e le cose non andarono certo meglio l'anno successivo, quando la possibilità di uscire e rientrare una volta per quarto venne estesa anche agli altri giocatori, non solo agli undici presenti alla prima azione del quarto.
Per assicurarsi che nessuno barasse, era compito degli arbitri tenere traccia di chi era in campo in ogni azione, ed ogni sostituto era obbligato ad andare dall'arbitro per segnalare il proprio ingresso in campo e l'uscita contestuale dal terreno di gioco del giocatore che andava a sostituire. Era quindi assolutamente normale vedere, all'inizio di ogni quarto, una fila di giocatori che andava dall'arbitro (uno per sideline) per dichiarare la propria presenza in campo, ripetendo, poi, la medesima scenetta ad ogni sostituzione successiva.
Capitava poi, che venissero fatte sostituzioni multiple in determinate azioni, per cui anche in quel caso si formava dall'arbitro un capannello di giocatori che dovevano dire "io entro" oppure "io esco", e l'ufficiale di gara doveva segnare tutti i numeri nel foglietto che serviva a questo scopo, e le possibilità di errore aumentavano esponenzialmente con l'aumentare del numero dei giocatori che entravano/uscivano contemporaneamente.
Nel 1959 si pensò di adottare il sistema di sostituzioni in uso nel basket, impiegando due arbitri supplementari in sideline (non in campo, quindi) da cui i giocatori che dovevano entrare in campo dovevano obbligatoriamente recarsi per segnalare la sostituzione.
Finalmente, nel 1964, tutte le restrizioni vennero tolte, ed anche nel football universitario, nonostante la fortissima resistenza dei piccoli college, si optò per le sostituzioni libere, e gli arbitri poterono tornare a concentrarsi esclusivamente su quanto succedeva in campo.
(Massimo Foglio in esclusiva per la newsletter)
Huddle Classic è il podcast di Huddle Magazine dedicato alla storia del football americano, potete ascoltarlo QUI.
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Analitichiamo
Con domenica scorsa si è chiusa anche l'ultima giornata della regular season 2023 e per i prossimi 8 mesi la domenica sera dalle 19 saremo orfani del buon Scott Hanson e del suo Redzone. Allora, in attesa dell'inizio dei playoff, è tempo di fare qualche riepilogo di quello che abbiamo visto in questa stagione.
In questa newsletter andremo a vedere quali giocatori sono stati impiegati maggiormente dalle loro squadre in termini assoluti.
Leonard Williams è l'unico giocatore che ha giocato tutte le 18 partite a seguito della trade tra Seahawks e Giants, ma dobbiamo andare a Cleveland per trovare il giocatore con il maggior numero di snap. La guardia Wyatt Teller è scesa in campo per 1187 snap, pari al 96%. Dietro di lui troviamo altri due uomini di linea: i Tackle Penei Sewell di Detroit e Terence Steele di Dallas.
Nel grafico sottostante possiamo trovare i primi 5 di ogni squadra.
Se la top 3 è rappresentata interamente da uomini di linea, in quarta posizione arriva il primo quarterback: Jared Goff è per pochissimo ai piedi del podio e proprio insieme a Sewell (e compagni) ha permesso ai Lions di trionfare nella NFC North dopo diversi anni. In quinta posizione troviamo il "figliol prodigo" Bobby Wagner, che dopo un anno a Los Angeles, sponda Rams, è ritornato a Seattle per guidare la difesa.
Da segnalare che l'unico quarterback a guidare la propria squadra lo troviamo al sole della Florida ed è Tua Tagovailoa.
(Andrea Casiraghi in esclusiva per la newsletter)
In chiusura
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