E' tempo di DRAFT
Benvenuto ad una nuova uscita (45/2024) della newsletter di Huddle Magazine
Siamo arrivati al Draft, dal 25 aprile (notte tra giovedì e venerdì per noi) al 27 aprile a Detroit le squadre NFL sceglieranno i loro giocatori per il futuro. Come ci insegna la storia ogni scelta è un terno al lotto, da una numero #1 che delude ad un Mr. Irrelevant che ti porta ai playoff. Questa newsletter è (quasi) tutta dedicata all’appuntamento che non ferma l’America, ma di sicuro la rallenta :-)
Buona lettura!
Come è nato il Draft
Tutti noi ci esaltiamo per questo splendido evento annuale che è il Draft NFL, in cui tutte le squadre e tutti i tifosi possono sognare di aver finalmente imboccato la strada che li porterà all’agognato Vince Lombardi Trophy.
Come è nata l’idea del draft?
Nel 1935, nell’incontro tra i proprietari delle squadre, l’owner dei Philadelphia Eagles Bert Bell dichiarò:
“Signori, ho sempre avuto la teoria che il football professionistico sia come una catena. La lega è forte quanto il suo anello più debole e io lo so perché sono stato a lungo quell’anello. Ogni anno il ricco diventa più ricco e il povero diventa più povero. Quattro squadre controllano i Championship, Giants e Redskins a Est, Bears e Packers a Ovest. Siccome queste squadre hanno successo attraggono sul libero mercato i migliori giocatori del College, rendendole ancora più vincenti. Propongo un cambiamento.”
Il cambiamento era quello di selezionare i giocatori usciti dall’università in un ordine inverso rispetto a quello della classifica sul campo della stagione precedente.
L’idea trovò accoglimento e il draft nacque nel 1936, ma per Bert Bell, che nel 1946 divenne anche Commissioner della Lega fino alla sua morte che avvenne nel 1959, i risultati tardarono ad arrivare: infatti i Philadelphia Eagles finirono solo ultimi o penultimi nei sette anni successivi all’introduzione di questo nuovo meccanismo e in questo periodo ogni titolo venne comunque vinto dalle 4 potenze sopra elencate. Con il tempo la riforma ottenne l’effetto sperato di cui ancora oggi possiamo apprezzare l’efficacia.
Nei primi anni il numero di giri di scelta è cambiato ripetutamente partendo con 9 giri che aumentarono progressivamente fino a 32 per poi assestarsi a 30 nel periodo dal 1950 al 1959. Da quel punto iniziò la discesa a 20 nel 1960, per poi arrivare a 17 giri nel 1967, 12 nel 1977, fino a raggiungere, nel 1994, la configurazione attuale che prevede 7 giri di scelta.
Adesso però torniamo a sognare che quella scelta al settimo giro si riveli il campione che abbiamo sempre sperato e che rivolterà le fortune della nostra squadra del cuore, come recentemente la favola di Brock Purdy ci ha insegnato.
Il ruggito della tigre
Il dubbio che mi ha attanagliato tutta questa offseason riguarda cosa fare con Tee Higgins. Il giovane ricevitore è senza dubbio un campione ed è in grado anche di ricoprire il ruolo di WR1, come ha dimostrato nelle occasioni in cui ha dovuto reggere il peso dell’attacco in assenza di Ja’Marr Chase. Non essendo riusciti i Bengals finora a trovare un accordo con il giocatore per l’estensione del contratto, gli è stata applicata la franchise tag, che frutterà a Higgins oltre 21 milioni garantiti.
Il cuore mi direbbe di proporgli un contratto pluriennale da almeno 25 milioni di dollari l’anno, sempre che la sua richiesta non sia vicina ai 30, ma la necessità di rinnovare Chase nel prossimo futuro e il nuovo contratto di Burrow, che inizierà a pesare sempre di più sul salary cap, mi fanno dubitare che questa possa essere la scelta migliore. Di fronte a queste perplessità zittisco i miei sentimenti e faccio uscire la mia ammirazione per la logica vulcaniana, affidandomi ai freddi numeri.
Analizzando le prestazioni dei wide receiver nel loro anno da rookie dal 2019 al 2023, diventa inconfutabile che ogni anno al draft si offrono molte possibilità per le squadre bisognose di un ricevitore.
Nella tabella sovrastante ho selezionato alcuni dei migliori WR rookie di ogni anno, ma non necessariamente i 9 più forti di ogni classe o quelli scelti nelle prime 9 posizioni del ruolo; il campione non è pertanto rappresentativo, ma è uno specchio di come sia facile attendersi, scegliendo nei primi due giri del draft, un giocatore già produttivo nel primo anno, in grado di fornire mediamente 4-5 TD e 700 yard.
Oltre a questo, resta sempre la possibilità di tentare la sorte nei giri successivi sperando di pescare il Puka Nacua di turno. Naturalmente non è mai banale trovare il giocatore giusto, ma in ogni caso, anche numericamente, c’è sempre grande abbondanza nel ruolo e i rookie sembrano ogni anno più pronti ad avere da subito un buon impatto in NFL.
Alla luce di queste considerazioni mi sento di sposare la linea adottata dai Philadelphia Eagles e dai Miami Dolphins che si sono dotati di un WR forte ed esperto, anche se costoso, come A.J. Brown o Tyreek Hill, a cui hanno abbinato un giovane talentuoso che possa prendere il loro posto al termine del rookie contract, consentendo una soluzione economicamente sostenibile che non obbliga la franchigia a pagare due ingaggi pesanti nello stesso ruolo.
Nonostante il front office Bengals stia continuando a dichiarare che l’obiettivo è prolungare il contratto di Tee Higgins, mi preparo a vederlo giocare per l’ultima stagione con la maglia neroarancio, sperando riesca a regalarmi qualche soddisfazione prima di vederlo partire per altri lidi alla ricerca di un contratto importante, lasciandoci in eredità un probabile terzo giro compensatorio che aiuterà a rafforzare quello che è diventato uno dei reparti più importanti delle squadre NFL.
(Giorgio Prunotto in esclusiva per la newsletter)
Dal sito
E’ iniziata la UFL, QUI la review di week 3. Da inizio mese sono iniziati i workout delle squadre NFL, QUI le regole e le date. Continuano i campionati FIDAF, QUI la review della IFL e QUI quella delle altre serie. E’ morto O.J. Simpson, QUI la sua storia in e fuori dal campo. Max Pircher passa ai Seahawks, QUI i particolari.
Continuano le schede della Strada verso il Draft e le review della stagione 2023 delle squadre NFL. Il merchandising targato Huddle Magazine lo trovate QUI.
Huddle Classic in pillole
L'ascesa di Brock Purdy, quarterback dei San Francisco 49ers, ha sicuramente puntato i riflettori su quello che viene chiamato "Mr. Irrelevant", cioè il giocatore scelto con l'ultima selezione disponibile ad ogni draft. L'appellativo di "Irrilevante" mal si addice a Purdy, che ha risolto il problema quarterback a San Francisco, dopo gli esperimenti falliti di Garoppolo e Lance, ma è un nomignolo ovviamente scherzoso che, ad un certo punto, è stato affibbiato alla maglia nera delle scelte.
Mr. Irrelevant nasce nel 1976, quando Paul Salata, ex ricevitore di 49ers e Colts, decise di trasformare la selezione dell'ultimo giocatore al draft NFL in un evento. Questo evento venne organizzato a Newport Beach, in California, e Salata ottenne dalla NFL di annunciare l'ultimissima scelta, tradizione che si protrasse fino al 2014, anno in cui venne sostituito dalla figlia. Oltre ad annunciare la scelta, Salata istituì un vero e proprio premio, che consisteva in un soggiorno di una settimana a Newport Beach, la disputa di un torneo di golf dedicato, una visita a Disneyland, una regata, una pubblica messa alla berlina che aveva l'intento di dare dei buoni consigli al draftato ed infine la consegna di un vero e proprio trofeo: il Lowsman Trophy, un trofeo che è una parodia dell'Heisman Trophy raffigurante un giocatore nell'atto di commettere un fumble.
Questo evento divenne così importante soprattutto come veicolo pubblicitario che, nel 1979 i Los Angeles Rams, che avevano la penultima scelta, rinunciarono di proposito per far passare avanti gli Steelers e scegliere per ultimi. Anche gli Steelers, però, volevano avere Mr. Irrelevant, e rinunciarono a loro volta. Si andò avanto e indietro un paio di volte, poi i Rams desistettero e lasciarono l'ultima scelta agli Steelers, ma il Commissioner Pete Rozelle ne approfittò per inserire una regola che impedisce tuttora di rinunciare ad una propria scelta per poter scalare e diventare ultimi a scegliere.
Negli anni sono stati davvero pochi i Mr.Irrelevant che hanno dimostrato di non essere poi così tanto "Irrelevant", ma peggio di essere etichettato come Irrilevante, è sicuramente essere draftato a propria insaputa. Al 18esimo giro del draft 1944, i Philadelphia Eagles selezionarono un fullback da Syracuse: Norm Michael. Il problema, per Michael, fu che in quel momento era dislocato da qualche parte in mare in un teatro di guerra, essendo nel pieno della Seconda Guerra Mondiale e, per ragioni di segretezza, non fu possibile raggiungerlo per dargli la notizia. Quando Michael tornò in patria a guerra abbondantemente finita, l'interesse nei suoi confronti da parte degli Eagles era già passato, e Michael iniziò a lavorare come venditore a Syracuse prima di mettersi in proprio a Rochester, dove andò in pensione nel 1978. Fu solo nel 1999, quando lesse il suo nome su un quotidiano che aveva pubblicato l'elenco dei giocatori di Syracuse draftati in NFL, che scoprì di essere stato draftato da Philadelphia.
Il figlio provò a contattare gli Eagles, non certo per far giocare il padre, quanto per capire se ci fosse una qualche sorta di bonus per l'ingaggio ancora da riscuotere (con 57 anni di interessi...), ma il front office di Philadelphia deluse, ovviamente, le sue aspettative.
(Massimo Foglio in esclusiva per la newsletter)
Huddle Classic è il podcast di Huddle Magazine dedicato alla storia del football americano, potete ascoltarlo QUI.
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Analitichiamo
Con il trascorre inesorabile del tempo anche quest'anno siamo arrivati al periodo del draft. Siamo esattamente ad una settimana da quando Roger Goodell, Commissioner NFL, salirà sul palco a Detroit per annunciare le prime 32 scelte. Questo è un momento emozionante per i giocatori, le squadre e tutti i tifosi, poiché rappresenta un'opportunità unica per le franchigie di migliorare il roster e per i giovani talenti di realizzare il loro sogno di giocare nel massimo campionato di football.
Come sappiamo, il draft è formato da 7 giri, per un totale di circa 260 giocatori scelti e chiaramente i migliori prospetti vengono chiamati per prima. Per general manager e coach approcciarsi al draft è tutt'altro che una scienza esatta. Alcuni giocatori scelti nei primi giri possono rivelarsi dei completi bust, mentre degli outsider non considerati possono trasformarsi in gradite sorprese.
Oggi andremo a vedere come il rendimento di un giocatore in NFL è legato al numero di chiamata al draft. Per determinare le prestazioni utilizziamo l'approximate value di PFR (qui un maggior approfondimento). Sicuramente non infallibile, ma comunque una buona approssimazione di quanto espresso in carriera.
Ed eccoci al grafico sottostante, dove sull'asse delle ordinate troviamo il numero di scelta, mentre sull'ascisse il Weighted Approximate Value.
Come prevedibile il valore che viene espresso dei giocatori selezionati al primo giro è rilevante rispetto al resto del gruppo. Il limite delle prime 100 scelte (all'incirca i primi 3 giri) sembra confermarsi come limite per aver buone possibilità di trovare interessanti giocatori. Dopo questa soglia non sembra esserci tutta questa differenza tra un tardo quarto/quinto giro con un sesto/settimo.
Ovviamente le eccezioni come sempre ci sono e possono confermare la regola. In questo caso è ben visibile e troneggia dall'alto, intorno alla posizione 200, il suo nome è Tom Brady.
(Andrea Casiraghi in esclusiva per la newsletter)
L’angolo del Salerio
Una settimana e qualche ora, poi, il prossimo 25 aprile, scatterà a Detroit il Draft NFL. In particolare, giovedì notte si completerà un interessantissimo primo giro e, a tal proposito, sono soprattutto i tifosi dei Bears a non vedere l'ora: Chicago potrà contare sulla prima scelta assoluta, che sarà certamente utilizzata per sostituire Justin Fields, finito agli Steelers. Senza troppi dubbi, la scelta dovrebbe ricadere su Caleb Williams, il miglior prospetto nel ruolo in uscita da USC. La franchigia dell'Ohio, però, avrà a disposizione anche la numero 9, con cui verosimilmente andrà a scegliere un wide receiver da affiancare al nuovo arrivato Keenan Allen e a DJ Moore oppure un defensive lineman.
Con Commanders e Patriots ugualmente orientati alla scelta di un quarterback, dopo le recenti partenze di Sam Howell e Mac Jones, saranno i Cardinals i primi a sparigliare le carte, molto probabilmente con la scelta dell'eccezionale wide receiver Marvin Harrison Jr. Anche le successive squadre, Chargers e Giants, potrebbero seguire l'esempio per assicurarsi Malik Nabers e Rome Odunze, ottimi ricevitori in uscita da LSU e Washington. Il prossimo sarà un Draft all'insegna dei talenti offensivi e tra loro non possono mancare in linea offensiva Joe Alt, Olumuyiwa Fashanu, Taliese Fuaga e J.C. Latham, che potrebbero far gola in primis ai Titans alla 7 e poi a diverse squadre a seguire, in particolare Saints, Seahawks e Bengals. A completare la top 10 ci sono i Falcons, orientati verso la prima scelta difensiva con un linebacker tra Dallas Turner e Jared Verse, e i Jets, ingolositi dal tight-end Brock Bowers.
Il quarto quarterback, tra Jayden Daniels, Drake Maye e J.J. McCarthy, dovrebbe finire ai Vikings, che potrebbero anche pensare a una trade-up per assicurarsi il prescelto. Anche Broncos e Raiders, subito dopo Minnesota nella scelta, hanno nel mirino un condottiero offensivo e potrebbero orientarsi su Bo Nix e Michael Penix Jr. Las Vegas, però, può anche scegliere diversamente e strappare ai Colts il cornerback Terrion Arnold. Altre scelte difensive sono destinate ad arrivare tra Jaguars e Rams, alla ricerca l'una di un cornerback e l'altra di un tackle difensivo. Tra Steelers, Dolphins, Eagles, Buccaneers e Cowboys, invece, è probabile che si torni a scavare nel ricco e talentoso elenco di uomini di linea offensiva. In coda al primo giro ci sono anche un altro paio di scelte per Minnesota e Arizona, questa volta orientate al reparto difensivo, al pari di quella dei Packers tra linebacker e cornerback, e un wide receiver che prenda il posto di Stefon Diggs ai Bills. Idee abbastanza chiare, infine, anche per le quattro squadre degli scorsi Championship: un cornerback per Lions e 49ers, un uomo di linea difensiva per i Ravens e uno tra wide receiver e offensive tackle per i Chiefs, in base a quanto sarà rimasto a disposizione.
(Alessio Salerio in esclusiva per la newsletter)
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Comment-Ale
Alessandro Taraschi ci dice la sua su un argomento prolato senza aver paura di inimicarsi i poteri forti :-) In questo numero le prime scelte che sono piaciute di più negli ultimi 20 anni.
In chiusura
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