Brothers in arms
Benvenuto ad una nuova uscita (33/2023) della newsletter di Huddle Magazine
Abbiamo preso in prestito uno dei migliori album dei Dire Straits per dare il titolo alla nostra newletter. Ovviamente l’arms è riferito esclusivamente al campo da gioco visto anche che i due fratelli Kelce si sono affrontati nell’ultimo Super Bowl. La liaison con Taylor Swift di uno e le capacità mediatiche dell’altro li tengono al centro della conversazione, buon per loro :-)
Il ruggito della tigre
Suddividendo le aree del campo in 12 quadranti, possiamo calcolare il numero di passaggi in funzione della loro distanza dalla linea di scrimmage (dietro, tra 0 e 9 yard, tra 10 e 19 yard, oltre le 20 yard) e della loro direzione (esterno sinistro, centrale tra i numeri, esterno destro).
La tendenza dei QB è avere delle zone preferite in cui lanciare, in funzione del playbook e delle loro caratteristiche e naturalmente l’area tra le 0 e le 9 yard nella parte centrale del campo è quella più gettonata da tutti, visto che il principale obiettivo è quello di chiudere il down.
Un dato più interessante è notare invece che i passaggi nelle 3 zone più battute, variabili da QB a QB, vanno da un minimo di 40% (Kenny Pickett) dei passaggi totali effettuati a un massimo di quasi 59% (Daniel Jones). In linea generale si nota come i QB che hanno mantenuto lo stesso coaching staff hanno anche continuato a indirizzare i propri passaggi nelle medesime aree del campo.
Nel caso di Pickett si nota una grandissima distribuzione di passaggi in tutte le aree del campo, mentre all’opposto Daniel Jones concentra i suoi tentativi sul corto e solo il 20% circa dei suoi lanci ha un target superiore alle 10 yard.
Ma c’è chi ha fatto peggio in quanto a carenza di tentativi di passaggio sul profondo ed è Bryce Young che, forse per la paura di rischiare o per la mancanza di grandi ricevitori, ha fatto meno del 6% dei suoi lanci oltre le 20 yard, inferiore al 6,47% di Daniel Jones. Il top in questa statistica è, con mia grande sorpresa, Ryan Tannehill che col suo 19,76% di tentativi oltre le 20 yard è ampiamente oltre la media NFL che si ferma al 12,10%, numero analogo al 12,23% dello scorso anno.
Era Daniel Jones lo scorso anno al fondo di questa classifica con 5,43%, mentre Russell Wilson la guidava con 18,05%, contro i 14,48% di quest’anno, a dimostrazione che il cambio di allenatore a Denver ha inciso sensibilmente anche sulla tipologia di lanci effettuati.
Guardando le partite quest’anno ho avuto l’impressione che i lanci si concentrassero più del solito nella fascia centrale del campo, “tra i numeri”, pertanto non mi sono stupito quando ho analizzato che l’anno scorso il 36% dei passaggi era indirizzato in quest’area, mentre nella stagione in corso si è saliti al 45%. In particolar modo tre degli attacchi più spumeggianti della lega come Chiefs, Niners e Dolphins hanno aumentato tale tipologia di target rispettivamente del 16, 9 e 7%, anche se è Baker Mayfield ad aver incrementato più di tutti tale soluzione con un +21,8%.
In assoluta controtendenza Geno Smith e Dak Prescott che hanno mirato all’area centrale del terreno di gioco rispettivamente -8 e -4,5% rispetto alla passata stagione, con addirittura il QB di Seattle che ha una grande propensione per i passaggi laterali visto che solo il 27,60% dei suoi target sono posizionati nella fascia centrale.
Ricordando che i numeri non raccontano tutta la storia e sono spesso abbinati a fattori che non possono essere quantificati, restano comunque un indicatore per confermare o smentire le nostre impressioni e guardare le partite e alcuni giocatori con un occhio più attento.
(Giorgio Prunotto in esclusiva per la newsletter)
Analitichiamo
Siamo arrivati a week 9, idealmente siamo a metà della regular season e ciò ci permette di analizzare con maggior stabilità, alcune tendenze che si sono delineate in questa prima parte della stagione.
Nel grafico di oggi andremo a vedere quali sono ad oggi le variazioni maggiori nell'utilizzo del personnel da parte dei team. Innanzitutto riprendiamo il concetto di personnel, termine che molti di voi già conoscono, il quale viene espresso sotto forma di codice a doppia cifra e definisce i cosiddetti "skill player" (running back, tight end o wide receiver) impiegati in un'azione.
La prima cifra indica il numero di running back presenti in campo, mentre la seconda indica il numero di tight end. Quindi un personnel 11 significa che l'attacco sta utilizzando 1 running back - 1 tight end - e per differenza 3 wide receiver.
Ovviamente questa è solamente una piccola parte del complesso universo in cui viene costruito un sistema offensivo.
Quindi andiamo a vedere nell'immagine sottostante queste variazioni considerando per il 2022 tutta la stagione, mentre per il 2023 le prime 8 giornate.
Nella visualizzazione sono esposti i 10 incrementi e decrementi maggiori, con la naturale presenza di quasi le medesime squadre. La variazione più importante la vediamo nei Baltimore Ravens, i quali rispetto all'anno scorso stanno impiegando l'11 personnel per il 34% in più delle volte. Questo a discapito delle formazioni più pesanti che avevano caratterizzato la squadra di John Harbaugh sotto il regno dell'offensive coordinator Greg Roman, mentre l'arrivo di Todd Monken ha dato una maggior "leggerezza" ed un impiego di 3 wide receiver più costante.
Una delle contender di inizio stagione, i Buffalo Bills, invece sta utilizzando maggiormente il 12 personnel, questo grazie all'arrivo via draft di Dalton Kincaid, tight end scelto con la pick n.25. Questo a discapito di chiamate in 21 e 11 personnel.
I Saints invece, nonostante la conferma del coaching staff, hanno il terzo maggior incremento. Il cambio in questo caso è arrivato in cabina di regia, dove dietro al centro abbiamo Derek Carr. Il 23% di aumento del 21 personnel non è arrivato a discapito di un solo gruppo, ma di tre distinti: 11-12-13.
(Andrea Casiraghi in esclusiva per la newsletter)
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L’ospite della newsletter
Il tight end dei Kansas City Chiefs Travis Kelce e suo fratello maggiore, il centro dei Philadelphia Eagles Jason Kelce, sono entrati nella storia a febbraio come i primi fratelli a giocare uno contro l’altro nel Super Bowl, Dopo qualche mese, i fratelli Kelce sono di nuovo sulla bocca di tutti per ragioni completamente diverse.
Internet è letteralmente impazzito alla notizia della relazione tra Taylor Swift e Travis Kelce. I dati provenienti da Edo, una piattaforma di analisi degli impatti della pubblicità televisiva, rivelano un notevole aumento del Return On Investment (ROI) delle campagne pubblicitarie che hanno coinvolto il tight end dei Kansas City Chiefs, Travis Kelce, soprattutto dopo che la notizia della sua relazione con Taylor Swift è diventata pubblica. Questo incremento di efficacia non riguarda solamente i marchi di largo consumo, nei quali l'acquisto istintivo può essere un fattore chiave (come dimostrato dall'aumento del 287% di coinvolgimento negli spot della zuppa Campbell con Kelce rispetto ad altri testimonial). Riguarda anche brand e servizi che richiedono un maggiore livello di consapevolezza e coinvolgimento da parte degli utenti e dei consumatori.
Un esempio significativo è Pfizer, il cui spot pubblicitario riguardante il richiamo vaccinale anti-Covid e anti-influenzale ha dimostrato di essere il 27% più efficace nel generare interesse e coinvolgimento proprio grazie alla presenza di Travis Kelce. Fanatics, il distributore ufficiale del merchandising NFL, ha fatto segnare un 400% sulle maglie di Travis Kelce mentre numerosi items con i colori ed i simboli dei Kansas City Chiefs sono andati sold out.
Travis Kelce è diventato il terzo personaggio pubblico più ricercato negli Stati Uniti, solo dopo Beyoncé e la stessa Taylor Swift. E ancora "New Heights", il podcast di cui Travis è co-conduttore insieme al fratello Jason è al primo posto su Spotify e Apple e ha aggiunto più di 200.000 abbonati a YouTube in due settimane.
Jason Kelce è assurto agli onori della cronaca per l’uscita su Amazon Prime Video di un documentario sulla sua vita (intitolato “Kelce”), che nel giro di poche settimane è diventato il documentario più visto di sempre su Prime Video negli Stati Uniti.
L'idea originale del documentario era quella di seguire l'ultima stagione del centro dei Philadelphia Eagles, Jason Kelce, prima del suo ritiro, approfondendo ciò che accade dietro le quinte quando un giocatore NFL si prepara a lasciare il football. Ma il tono è cambiato quando gli Eagles, nel corso della stagione, hanno accumulato una vittoria dietro l’altra (14 in regular season, record per il club), sono arrivati fino al Super Bowl (poi perso contro i Kansas City Chiefs, squadra in cui gioca il fratello di Jason, il tight end Travis Kelce) e Jason ha deciso di non ritirarsi.
"Kelce" offre uno sguardo affascinante e intimo nella vita di Jason Kelce, non solo come straordinario giocatore di football e leader, ma, ancor più importante, come eccezionale essere umano. Il percorso di Jason Kelce, come rappresentato nel film, è una testimonianza della sua dedizione, passione e resilienza. È evidente che eccelle non solo nel suo ruolo di giocatore NFL, ma anche come padre di famiglia e persona profondamente impegnata ad avere un impatto positivo nel mondo. Le sue riflessioni sulla fine della sua carriera e l'influenza sulla sua famiglia sono commoventi e stimolanti.
Come spettatore, esco da "Kelce" con un profondo rispetto per Jason Kelce, non solo come icona dello sport, ma soprattutto come uomo.
Una curiosità: il produttore esecutivo del documentario è Connor Barwin, ex linebacker dei Philadelphia Eagles, attuale responsabile del player development degli Eagles, nonché socio del Cotogna Sports Group, società che detiene le quote di maggioranza della Pallacanestro Trieste.
Consiglio la visione del documentario a tutti, anche a chi non ha la passione per il football.
(Giuseppe Marmina in esclusiva per la newsletter)
Giuseppe Marmina, classe 1971, appassionato di football americano e di basket dalla metà degli anni ‘80, ha lavorato per due anni come scout per Octagon Basketball Europe. Tifa per tutte le squadre di Boston.
Dal sito
Cronache e rubriche su week 8 NFL le trovate QUI. La NCAA è arrivata a week 9, QUI il riassunto della giornata. Abbiamo un QB italiano nella NFL, giornata dopo giornata ci racconta la sua avventura QUI. Se volete saperne di più sui roster delle squadre Profondo Roster è la rubrica per voi, la trovate QUI. La Nazionale Italiana ha vinto il Bronzo agli Europei, QUI il racconto. Chi è Tyson Bagent? QUI qualche informazione in più.
Comment-Ale
Alessandro Taraschi ci dice la sua su un argomento prolato senza aver paura di inimicarsi i poteri forti :-) In questo numero i giocatori delusione di questo avvio di stagione.
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L’angolo del Salerio
La trade deadline è scoccata nella serata di Halloween e in NFL qualche scossone è certamente arrivato. Non si può che partire dai padroni indiscussi degli scambi dell'ultima ora: i 49ers hanno ulteriormente rinforzato un front seven già devastante con Randy Gregory dai Broncos e, soprattutto, Chase Young dai Commanders. Il tutto a prezzo di saldo, rinunciando a una sesta scelta al prossimo Draft per il primo e a una terza per il secondo. Young, defensive end dominante a Ohio State, è stato scelto con la seconda assoluta da Washington nel 2020 e, per quanto non abbia al momento rispettato le altissime aspettative, soprattutto a seguito di un grave infortunio al ginocchio, resta uno tra i profili di maggior talento nella Lega. E, a proposito di Halloween, la vera paura inizia per gli attacchi che dovranno affrontare la linea dei 49ers d'ora in avanti, con Young a fare compagnia a Nick Bosa, Javon Hargrave e Arik Armstead.
Un altro addio eccellente nella difesa dei Commanders è quello di Montez Sweat, diretto ai Bears in cambio di un'intrigante seconda scelta. Washington, però, rinuncia così a un secondo profilo di altissimo livello in linea difensiva, che, in questa prima metà di regular season, è già oltre le proprie medie in carriera con 6.5 sack e 10 tackle for loss. A proposito di defensive line, i Giants hanno spedito Leonard Williams ai Seahawks, rinunciando a uno tra i propri leader nel reparto, ma ottenendo in cambio un paio di scelte importanti per il processo di ricostruzione, la seconda del 2024 e la quinta del 2025. Per concludere l'analisi sulle trade in difesa, occorre spostarsi in secondaria: gli Eagles hanno rinforzato un roster già pazzesco con l'innesto di Kevin Byard, tra le migliori safety in NFL, e rinunciando soltanto al pari ruolo Terrell Edmunds e a una quinta e una sesta scelta; i Bills non sono riusciti ad arrivare a Jaylon Johnson dei Bears, ma si sono rinforzati con Rasul Douglas, cornerback reduce da una soddisfacente esperienza ai Packers, che in cambio si prendono una terza scelta.
Tante contender, insomma, hanno aggiunto preziosi pezzi al proprio puzzle, ma non tutti gli scambi hanno riguardato la difesa. I Lions si godono il secondo posto in solitaria in NFC e, per dare un'ulteriore arma a Jared Goff, hanno riportato Donovan Peoples-Jones nel Michigan, in cambio di una sesta scelta nel 2025 e nella speranza che torni ad avvicinare le 839 receiving yard della passata stagione. Al netto del ritorno di Mecole Hardman ai Chiefs e degli innesti di Chase Claypool ai Dolphins e Van Jefferson ai Falcons, nessun fuoco d'artificio è scoppiato tra i nomi più attesi in attacco, da Derrick Henry a Davante Adams. Almeno un altro paio di trade, però, meritano di essere analizzate: i Vikings, privi di Kirk Cousins per il resto della stagione, hanno strappato il quarterback Joshua Dobbs ai Cardinals, che si ritrovano così con il rookie Clayton Tune titolare in attesa del rientro di Kyler Murray; i Jaguars hanno rinforzato la linea a protezione di Trevor Lawrence con Ezra Cleveland, forte guardia pronta a dare un impatto immediato al reparto di Jacksonville, fin qui tra le squadre leader in AFC.
(Alessio Salerio in esclusiva per la newsletter)
In chiusura
Avete amici che si stanno avvicinando al nostro fantastico sport? Bene, sul nostro canale YouTube, tra le tante cose, abbiamo un video sui ruoli in attacco e in difesa.
Dove siamo? Dappertutto o quasi :-) Oltre al sito web ci trovate su Twitter, YouTube, Facebook, Instagram e Twitch. Abbiamo una chat su Telegram con oltre 1500 iscritti nella quale discutere di football. QUI trovate i nostri podcast e QUI i nostri libri.